Una vera e propria guerra all’ultimo Megawatt. È stata quella a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi e che ha visto contrapporsi gli operatori e investitori del fotovoltaico da una parte e il Governo italiano dall’altra. Oggetto del contendere: il taglio degli incentivi dovuto al passaggio dal Terzo al Quarto conto energia (il decreto che stabilisce un incentivo, della durata di 20 anni, proporzionale all’energia prodotta, per privati, imprese ed enti pubblici che installano un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica).
Anche grazie alla spinta degli incentivi previsti dal Terzo conto energia, l’Italia, nel 2010, è balzata dall’ottavo al quarto posto nel rapporto “Who’s winning the clean energy race?” elaborato dal Pew Charitable Trust. Nel 2010, secondo l’organizzazione, sono stati investiti nelle rinnovabili, a livello globale, 243 miliardi di euro, di cui 13,9 miliardi in Italia. In particolare, di quei quasi 14 miliardi, 6,47 sono quelli che sono stati investiti nel fotovoltaico e 3,38 quelli nell’eolico, traducibili in una crescita del 124% e di 16,7 Gw totali di potenza installata in più.
In Italia abbiamo 225mila impianti fotovoltaici in esercizio, di cui 23.274 in Lombardia. Ma è la Puglia ad aggiudicarsi il primato per Mw prodotti con 683,4. Per gli studi legali, l'abbondanza di operazioni originate da questo settore, ha comportato un aumento del 27% del fatturato relativo all’Energy, secondo le stime del Centro Studi di TopLegal.
Lo scorso mese di marzo, però, con il decreto Romani, l’esecutivo ha deciso di far cessare in anticipo il Terzo conto energia, che avrebbe dovuto riguardare gli impianti costruiti entro il 2013, e che, a detta del Governo, aveva costi troppo alti. Ci sono voluti quasi due mesi. Poi, il 5 maggio, dopo le polemiche e le pressioni del settore, il Governo ha emanato la quarta versione del conto energia, che ha tagliato gli incentivi fino ad un massimo del 20%.
Quando sembrava che il mercato avesse iniziato a stabilizzarsi, si è nuovamente, paventata l'ipotesi di ulteriori riduzioni degli incentivi, con l’emendamento “taglia bollette” spuntato (non si è capito per mano di chi) all'interno della manovra finanziaria di luglio. Se il comma fosse stato approvato, gli incentivi al fotovoltaico avrebbero subito un’ulteriore decurtazione del 30%. Alla fine, però, la norma è stata stralciata.
L'improvvisa inversione di marcia del Governo italiano sulle rinnovabili ha innescato numerosi dissapori, tanto che alcuni operatori e investitori stranieri si sono rivolti a consulenti legali per intraprendere la via del contenzioso, sperando di ottenere il risarcimento dei danni creati dall’improvvisa cessazione del Terzo conto energia (si veda il box dedicato). Altri hanno chiesto il parere degli avvocati per capire meglio i contenuti della nuova normativa.
Sta di fatto che si sono accavallati ben tre conti energia creando situazioni paradossali: «Gli operatori che hanno usufruito della proroga sul Secondo conto energia», spiega Pasquale Silvestro, senior associate dello studio Tonucci, «hanno avuto tempo per connettere i loro impianti fino al 30 giugno 2011, mentre la scadenza per la connessione di quelli che hanno usufruito del Terzo conto energia è stata anticipata al 31 maggio a causa del decreto Romani. Quindi, l’intervento legislativo che ha cambiato le regole in corsa, ha reso più stringenti i tempi del Terzo conto energia che, tra l’altro, era meno esoso, per lo Stato, rispetto al Secondo».
«Il Terzo conto energia è stato cancellato perché avrebbe inciso troppo sulle bollette », afferma Emilio Sani, socio dello studio Macchi di Cellere Gangemi «e quindi sarebbe costato troppo alle aziende industriali energivore e ai consumatori finali. Ma oggi sono state danneggiate altre situazioni e si sono creati forti disagi al settore industriale del fotovoltaico».
Il Quarto conto Energia, rispetto al Terzo, ha previsto un calo graduale delle tariffe nel corso del 2011 che tocca punte del 20% a dicembre 2011. Per questo primo periodo le tariffe sono state fissate di mese in mese con una riduzione che va dai 38,7 cent al Kw/h di giugno ai 29,8 cent al Kw/h di dicembre per i piccoli impianti (tra 1 e 3 Kw sugli edifici), fino a scendere a una tariffa compresa tra i 23,1 cent Kw/h a giugno e i 17,2 cent al Kw/h a dicembre per i grandi impianti oltre i 5 Mw non realizzati su edifici. ( la versione integrale dell'inchiesta è disponibile sul numero di settembre di TopLegal)
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