A due anni dall’omologa dei concordati del gruppo De Vecchi, gli asset dell’Interporto di Venezia (unitamente alla società operativa e alla limitrofa area di proprietà della società Sonora) vengono ceduti a Orlean Invest Holding, che acquista l’intero compendio per un valore superiore a 68 milioni di euro.
L’operazione – il cui closing è soggetto, tra l’altro, alla formale concessione da parte dell’Autorità Portuale di Venezia – comporta l’estinzione da parte di Orlean di tutti i crediti garantiti ipotecariamente sui beni delle società, previo acquisto degli stessi dalle banche creditrici.
Il deal conferma quindi – anche grazie all'operazione Orlean – gli obiettivi che le società si erano date con i piani concordatari omologati: la salvaguardia del valore della infrastruttura e dell’azienda in continuità, anche per attutire le ricadute della crisi sul piano occupazionale. La complessità tecnica legata alla dimensione del debito e, non di meno, le questioni di carattere legale, ambientale, concessorio ed operativo in un’area particolare come quella di Marghera, hanno richiesto l’intervento, sin dall’avvio del concordato nel 2013, di un ampio team di professionisti di La Scala, con gli avvocati della sede di Milano e Venezia, specializzati in restructuring e corporate, guidati dal name partner Giuseppe La Scala (in foto), unitamente al partner Riccardo Bovino, responsabile dal team corporate/M&a, dal partner Simone Bertolotti del dipartimento concorsuale.
Per l’operazione di acquisizione, Orlean si è avvalso dello studio Giuseppe Iannaccone (advisor legale) nelle persone del partner Giacomo Fenoglio e dell’associate Andrea Becheroni nonché di Savio (advisor finanziario), con un team coadiuvato dal partner Bruno Savio e dall’associate Fabio Di Maio.
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