Una squadra fortemente orientata al settore della proprietà intellettuale con focus specifico sul Life Science. Questo il cuore della nuova sede milanese racconta a TopLegal da Herbert Smith Freehills, tra gli ultimi studi di matrice inglese a sbarcare in Italia.
L’apertura era già stata anticipata lo scorso ottobre (qui la notizia) con la nomina al ruolo di managing partner per l’Italia di Laura Orlando (in foto), precedentemente a capo del dipartimento dispute resolution, Ip e life science di Simmons & Simmons in Italia.
Adesso, a inizio 2018, Herbert Smith Freehills ha ufficialmente aperto le sue porte e ha spiegato a TopLegal la strategia per attaccare il mercato italiano.
In particolare, accanto a Orlando è attivo nella struttura milanese un socio internazionale, Sebastian Moore, anch'egli specializzato nel contenzioso brevettuale con un particolare focus sul life sciences, che si trasferisce a Milano dalla sede londinese dello studio.
Di nazionalità inglese, Sebastian Moore è nato e cresciuto in Italia e conosce già il mercato italiano. Tra i suoi clienti si annoverano colossi del pharma quali Roche, Sanofi e Takeda. Con Sebastian si trasferisce a Milano un team di tre associate, che va a integrare la squadra italiana attualmente già costituita da un senior counsel, due associate e una trainee e che punta a crescere ancora nei prossimi mesi.
«L’Italia è un mercato molto importante per il life sciences – ha spiegato Moore a TopLegal – Nello specifico, si tratta di una giurisdizione dove conduciamo parecchi contenziosi. Circa tre anni fa abbiamo incominciato a collaborare con Laura Orlando in relazione a un cliente comune e l’anno scorso è arrivata la decisione dello studio di investire e aprire una sede a Milano».
Un’apertura che segue quelle già operate in alcuni Paesi europei ritenuti chiave e che fa parte di un più grande progetto. Come ha spiegato Orlando: «La scelta dell’Italia non deve sorprendere. Lo studio ha già investito tanto in Europa. L’Italia è l’ultimo di 5 uffici sviluppati fuori dal Regno Unito negli ultimi anni dopo quelli di Spagna, Francia, e Germania. Da Milano parte però il progetto della costruzione di una rete di uffici con capabilities specifiche su Ip e life sciences».
Alla domanda sull’eventualità di allargare ulteriormente il raggio di azione della sede milanese, la risposta di Orlando è cauta: «Non c’è una preclusione agli investimenti ma preferiamo attendere una risposta dal mercato e seguire le richieste dei clienti». Mentre Moore, ritenendo l’Italia un mercato con ottime prospettive di crescita per la practice Ip, non esclude di ampliare il team italiano a circa 20 professionisti già entro la fine del 2018.
Certo i clienti non mancano. Limitandosi al solo ambito life sciences in Italia, con Orlando, lo studio segue già Gilead, Eli Lilly e la sua controllata Elanco, la danese Lunbeck e la giapponese Otsuka. Nelle parole dei partner si tratta dunque di continuare con il lavoro già svolto nei rispettivi studi con l’unica differenza di poterlo fare sotto l’ombrello di Herbert Smith Freehills. «Siamo un team consolidato e affiatato oltre che fortemente specializzato – afferma Orlando – Lavoriamo insieme già da diversi anni su grossi contenziosi Ip per alcuni clienti farmaceutici chiave, come ad esempio Gilead. Il nostro team Ip – continua Orlando - fornisce servizi altamente specialistici e sofisticati in ambito giudiziale e stragiudiziale, potendo contare sulla struttura e sulle risorse di un grande studio internazionale».
Non c’è però attenzione esclusiva al life sciences. Pietro Pouché, già al fianco di Laura Orlando in Simmons & Simmons, entra nella nuova struttura come of counsel.
Pouché, che in passato ha fatto parte di Carnelutti, opera in ogni ambito della proprietà intellettuale, dai marchi ai brevetti e dal design al diritto d'autore, e in diversi settori industriali tra cui in particolare fashion, automotive, food, industria meccanica e Tmt. Inoltre ha assistito diversi gruppi industriali multinazionali in contenziosi cross-border coinvolgenti giurisdizioni quali la Cina, l'India e gli Stati Uniti. «I gruppi industriali hanno l’esigenza di dover vendere i loro prodotti all’estero e costituire branches delocalizzate cercando al contempo di tutelare i loro marchi – spiega Pouché – Il contenzioso spesso spaventa il cliente, soprattutto in quelle giurisdizioni percepite ancora come lontane, come quelle asiatiche. Il fatto di far parte di uno studio che inserisce la dispute resolution tra le core practice è percepito positivamente dal cliente, che si rassicura».
Completano il team gli associate italiani Martina Maffei e Spartak Kodra. Maffei è parte del team di Orlando da ormai cinque anni. Specializzata in particolare in ambito life sciences, unisce all'esperienza Ip in generale e nel contenzioso brevettuale specialistico anche competenza regolatoria in materia pharma & biotech, medical devices e healthcare mentre Kodra si è recentemente aggiunto al team di Orlando dopo essersi formato in Carnelutti.
TAGS
Simmons & Simmons, Carnelutti, Herbert Smith Freehills LauraOrlando, MartinaMaffei, PietroPouché, SebastianMoore, SpartakKodra Roche, Takeda Italia Farmaceutici, Otsuka Pharmaceuticals, Eli Lilly, Gilead Sciences, Sanofi, Elanco, Lunbeck