Dopo quasi diciassette mesi di trattative caratterizzate da tensioni sindacali, manifestazioni di lotta e l’intervento della Commissione nazionale sciopero, è giunta al termine la complessa procedura di licenziamento collettivo che Sirti, società italiana di impiantistica nel settore delle telecomunicazioni e dell'energia, ha avviato il 2 marzo 2020. Al fianco dellla società e della funzione Risorse umane, diretta e guidata da Clemente Perrone, ha operato il team di Lablaw (TLIndex45) con il fondatore e managing partner Francesco Rotondi e il socio Alessandro Paone, a capo della practice relazioni sindacali, riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali dello Studio, con il supporto della associate Gloria Colombo.
La vicenda è particolarmente significativa in Italia per durata e complessità che si caratterizza per l’elevato grado di difficoltà delle questioni giuslavoristiche affrontate nelle molteplici procedure tecniche che hanno interessato sindacati, istituzioni ed enti Pubblici, ai fini della gestione di un esubero di oltre 800 lavoratori, poi ridotti a 764 a seguito della vendita della business unit transportation a Mermec, gestita sempre da LabLaw per gli aspetti labour, in presenza di un clima sindacale particolarmente acceso e di contrasto in un settore ad alta sindacalizzazione.
La strategia complessivamente implementata ha portato alla ricomposizione delle tensioni sindacali e alla sottoscrizione di quattro accordi sindacali lo scorso 15 giugno, con i quali Sirti e i sindacati Fiom, Fim e Uilm hanno risolto la procedura di licenziamento collettivo concordando il ricorso ad ammortizzatori sociali e il criterio di licenziamento basato sulla volontarietà, accordi approvati con ampia maggioranza nel corso del referendum aziendale del 2 luglio 2021 e quindi divenuti definitivi.
Sirti aveva avviato iprimi di marzo del 2020 una procedura di licenziamento collettivo, poi sospesa dalle norme emergenziali sul blocco dei licenziamenti. Il 31 luglio dello stesso anno la società ha inoltre disdetto gli accordi integrativi nei confronti di circa 4.000 dipendenti, cui sono seguite manifestazioni di lotta e di sciopero a livello nazionale con blocco della reperibilità e degli straordinari in modo diffuso. Per evitare scioperi a macchia di leopardo, essendo Sirti incaricata della manutenzione della infrastruttura di rete di telecomunicazioni italiana, nevralgica in tempo di pandemia e durante i vari lockdown, il 14 agosto 2020 l’azienda ha avviato la procedura per l’approvazione del piano dei servizi essenziali, finalizzato a limitare, mediante regolamentazione, l’esercizio dello sciopero.
Il 21 gennaio 2021 la Commissione nazionale sciopero ha riconosciuto, per la prima volta in favore di una azienda impiantistica, la natura essenziale dei servizi svolti da Sirti sancendo l’illegittimità degli scioperi proclamati da Fiom, Fim e Uilm sanzionando le segreterie nazionali. Il 9 marzo Sirti è stata nuovamente adita dalla Commissione su richiesta del sindacato, che ha riaperto l’accertamento sancendo in via definitiva il 16 giugno che le attività di Sirti sono senza dubbio essenziale per la collettività.
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