di Valentina Magri
«Siamo stati orgogliosamente pionieri in Italia nell’innovazione dell’asset allocation, avendo iniziato già nel lontano febbraio 2015 ad investire in strumenti alternativi. Il primo investimento fu nel fondo di private debt territoriale Fondo Strategico Trentino-Alto Adige, cui fecero seguito ulteriori investimenti in fondi d’investimento alternativi». Lo sottolinea Lorenzo Bertoli, presidente di Laborfonds, il fondo pensione dedicato ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti da datori di lavoro che operano nel territorio del Trentino Alto-Adige/Südtirol. Laborfonds oggi conta più di 142 mila aderenti, privati e pubblici, in maggioranza donne.
Nel 2024 il fondo pensione ha registrato un buon incremento delle iscrizioni, in particolare dei giovani: il 40% dei 9.000 nuovi aderenti infatti ha meno di 30 anni e il 66% ne ha meno di 40. Il fondo gestisce un patrimonio degli iscritti di oltre 4,3 miliardi di euro, con il 75% delle masse allocato nelle linee Bilanciata e Dinamica. Ad oggi, gli investimenti alternativi sono presenti nel portafoglio della sola linea Bilanciata, ma quest’anno saranno inseriti anche in quella Dinamica. Concretamente, la parte “satellite” della linea Bilanciata prevede attualmente investimenti in fondi d’investimento alternativi per un livello strategico al 10%, in misura equivalente tra le componenti azionaria e obbligazionaria e bilanciato, allo stesso tempo, tra investimenti “locali” e “globali”, dove per locale non si intende la sola regione Trentino-Alto Adige ma un contesto geografico più esteso. I rendimenti complessivi del portafoglio in gestione diretta della linea Bilanciata di Laborfonds si attestano mediamente fra il 4% e 5% annuo.
L’intervista completa è stata pubblicata su TopLegal Digital di marzo 2025 – n. 5. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente