L’Antitrust torna a mettersi di traverso alla discesa in Italia di Edf. E Acea è pronta a bloccare per vie giudiziarie lo spezzatino di Edison con la richiesta di un intervento cautelare (ex art. 700). Nel suo ultimo Bollettino settimanale, il numero 45, l’Autorità garante della concorrenza, a seguito di un esposto di Acea assistita da Tonucci & Partners, ha pubblicato due giorni fa la segnalazione al Governo e al Parlamento, in merito alle «modalità di alienazione delle partecipazioni azionarie di Enel in Eurogen, Elettrogen e Interpower», (le cosiddette ex genco), nella quale torna a ripetere quanto già osservato nel 2006. Ossia la non regolarità dell’operazione con cui Edf, nel 2005 – attraverso la controllata Edison -, ha acquisito illegalmente, congiuntamente con Aem Milano (oggi A2A), la maggioranza di Edipower, superando la soglia del 30% stabilita dal D.P.C.M. 8 novembre 2000 (sostenuto a suo tempo da Edison). Un limite che, peraltro, doveva essere rispettato per almeno cinque anni.
Delle precedenti segnalazioni non si è fatto nulla. Ma c’è in piedi un contenzioso giudiziario. Acea, in particolare, ha avviato una causa chiedendo il ripristino della situazione nonché 900milioni di risarcimento. I tempi della giustizia civile, tuttavia, stanno per essere passati dall’evolversi della situazione in casa Edison, dove si sta arrivando all’accordo tra i francesi e i soci italiani per la suddivisione della preda (con allocazione di alcune centrali). Acea teme che le possibilità di ottenere il ripristino vengano affossate dalla spartizione.
Da qui la richiesta dell’utility romana all’Antitrust. Il quale è tornato a sottolineare il verificarsi di casi che hanno «determinato un consolidamento della posizione di alcuni operatori nel mercato della generazione elettrica in Italia, che è perdurata fino ai nostri giorni. Ciò a fronte di altri operatori pubblici (italiani e stranieri), rispettosi del suddetto limite normativo, che dunque hanno subito una limitazione delle modalità di crescita sul mercato della produzione di energia elettrica, con effetti pregiudizievoli che si ripercuotono sugli assetti di mercato attualmente esistenti e che inevitabilmente influenzeranno anche quelli che si andranno a determinare nel futuro». L’Autorità ha evidenziato, inoltre, che la liquidazione giudiziale a favore di imprese che hanno rispettato il limite del 30% «… ancorché in grado di ristorare economicamente l’interesse privato … non costituisce di certo una misura satisfattiva dell’interesse pubblico alla tutela del mercato rappresentato dall’uniformità dei comportamenti di imprese concorrenti dinanzi a norme di legge».
Insomma, non basta il risarcimento. Per Acea il nodo è che si consolidi la posizione di supremazia ottenuta superando le regole. Da qui l’intenzione, dopo l’Antitrust, di sollecitare anche un intervento dell’Autorità per l’energia. E di attivare, all’interno della causa in corso, un articolo 700, ossia un provvedimento giudiziario di blocco della spartizione di Edison. Richiesta che scatterà al momento dell’annuncio di un accordo tra Edf e gli attuali soci italiani dell’utility di Foro Buonaparte.
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