Fatturati 2014-2015

L'attività giudiziale spinge il business di Lipani

Mentre la consulenza subisce un decremento di 200mila euro; l'amministrativo giudiziale cresce del 35%

13-04-2015

L'attività giudiziale spinge il business di Lipani

Dopo un 2013 in cui Lipani & partners aveva registrato un decremento di fatturato pari al 6,7%, passando da 4,5 a circa 4,2 milioni di euro; il 2014 per la boutique amministrativista è stato l'anno della stabilizzazione delle entrate e dei nuovi investimenti. Sul fronte fatturato, infatti, lo studio ha messo in cassa 4,2 milioni, generando un utile di 1,4 milioni (contro l'1,3 del 2013). Mentre, sul fronte investimenti, a novembre ha annunciato l'ingresso in qualità di partner di Antonio Catricalà – che ha aggiunto il suo nome all'insegna –, la nascita della Law Academy e, infine, l'apertura di una sede a Milano. Tutti investimenti i cui effetti potranno leggersi nei fatturati del 2015.

Commentando, invece, a TopLegal i risultati ottenuti nel corso dell'ultimo anno fiscale, Damiano Lipani (in foto) ha riscontrato un calo della consulenza pari a circa 200mila euro. A cui ha fatto da contraltare un aumento dell'attività giudiziale amministrativa di circa il 35%, che ha permesso all'insegna su questo fronte di toccare il risultato migliore di sempre. Con una particolarità: è stata registrata una diminuzione della quantità di contenzioso, ma un aumento del valore dello stesso. Come spiega Lipani, la ragione è da rinvenire nella contrazione subita dalle medio-piccole cause in materia di appalti, che sono state scoraggiate dall'aumento del contributo unificato stabilito dallo Stato. Una sorta di spending review attuata per diminuire i contenziosi e non dover aumentare gli organici nei tribunali. Il meccanismo, tuttavia, non è stato da deterrente per il contenzioso sui grandi appalti. Ed è così che, pur diminuendo il numero di cause gestite nel corso dell'anno, l'insegna ha visto aumentare il valore dei mandati.

Con un occhio all'anno fiscale che verrà, Lipani dichiara di aver deciso di puntare sulla piazza milanese – in cui d'altronde già operava al fianco di clienti come Finlombarda – per due ragioni: decentrare la produzione dello studio (dividendo i collaboratori tra Roma e Milano) e cogliere le opportunità che saranno presto fornite dai comuni lombardi sul fronte dell'autonomia nella generazione e gestione del calore, attraverso le gare per la concessione del servizio di distribuzione del gas e gli impianti di cogenerazione.

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