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Lazio Venture, il nuovo strumento per le start up

La veste legale al fondo dei fondi è stata data da Marco De Simoni, responsabile affari legali di Lazio Innova, Mj Hudson Alma e K&L Gates. Alessandro Corno commenta: «Il focus per far crescere il mercato non è solo l’iniezione di capitale, ma anche la crescita dei team che accompagnano gli imprenditori»

12-02-2019

Lazio Venture, il nuovo strumento per le start up

 

 

Del venture capital, dei suoi orizzonti presenti e futuri, si è parlato in occasione dell’incontro “Capitale di rischio per l’impresa innovativa: il progetto Lazio Venture”, che si è tenuto a Milano lo scorso 5 febbraio presso la sede di Cassa depositi e prestiti (Cdp)

L’incontro è stato occasione per far conoscere alla comunità finanziaria e imprenditoriale i nuovi strumenti per il capitale di rischio della Regione Lazio e gettare così le basi per un sistema condiviso a livello nazionale. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore allo sviluppo economico Gian Paolo Manzella hanno coinvolto nel dibattito l’amministratore delegato e direttore generale di Cassa depositi e prestiti Fabrizio Palermo, il presidente di Aifi e di Fondo italiano d'investimento Innocenzo Cipolletta, il direttore generale di Lazio Innova Andrea Ciampalini, il direttore generale di Aifi Anna Gervasoni, il managing partner di United Venture Massimiliano Magrini, l’amministratore delegato di Fondo Italiano d’Investimento Carlo Mammola e Alessandro Corno, da poco uscito da Gatti Pavesi Bianchi per diventare managing partner di Mj Hudson Alma.

L’Italia, come sottolineato da tutti i partecipanti, è molto brava nel produrre conoscenza, ma meno nel trasformare questa conoscenza in crescita economica, anche a causa della scarsità del capitale. Una situazione che a breve potrebbe sbloccarsi, considerando che l’ultima Legge di bilancio varata ha riservato investimenti importanti nel venture capital. Il che significa avere sistemi che scommettono sul futuro. Questo passaggio a un approccio più sistemico potrebbe consentire all’Italia di superare il gap con gli altri Paesi europei. E naturalmente saranno in grado di sfruttare meglio le risorse quelle regioni che si saranno già attrezzate per farlo. Lombardia in primis, e a seguire il Lazio.

La proposta dalla Regione Lazio unisce le risorse dei fondi strutturali europei con il capitale privato, offrendo a quest’ultimo maggiori opportunità di guadagno attraverso una ripartizione asimmetrica dei profitti e riconoscendo ai gestori dei fondi contributi specifici per potenziare le loro attività di scouting di opportunità di investimento nel territorio.

L’Europa ha da tempo indicato la strada da percorrere, sostenendo i fondi di investimento specializzati attraverso i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Sie). L’Ue consente, in questo ambito, di poter prevedere interventi pubblici che comprendano gli aiuti di Stato. In questo quadro, la Regione Lazio ha lanciato nel 2017 il progetto “Fare Venture” che prevede 2 strumenti innovativi, oggi attivi.

Uno è Innova Venture, fondo che agisce, insieme a co-investitori privati, direttamente nel capitale di rischio di start-up e imprese innovative, utilizzando anche, per la prima volta in Italia, capitali aggiuntivi con campagne di equity crowdfunding.

L’altro è Lazio Venture, un “fondo di fondi” che è stato al centro del dibattito milanese per il suo particolare meccanismo innovativo di utilizzo intelligente delle risorse pubbliche. A strutturarlo da un punto di vista legale, c’era proprio Corno, affiancato da Giovanni Meschia di K&L Gates. Il Fondo opera investendo capitali pubblici in Fia (fondi chiusi di investimento alternativi) che, a loro volta, associando una quota del 40% di capitali privati, investiranno nelle imprese target del Lazio.

Ad oggi sono 5 gli investimenti previsti di Lazio Venture in altrettanti fondi, per complessivi 56 milioni di euro, di cui 4, per complessivi 44 milioni, in fase avanzata di closing. In particolare, i gestori di tali fondi sono Vertis, United Ventures, Primomiglio, Fondo italiano d’investimento; mentre è in negoziazione 360Capital partners. I Cinque fondi sono stati selezionati tra 16 partecipanti alla chiamata della Regione. Un risultato non banale, che mostra come il mercato si stia strutturando perché, come ha notato Alessandro Corno, «il focus per far crescere il mercato non è solo l’iniezione di capitale, ma anche la crescita dei team che accompagnano gli imprenditori e che siano in grado di gestire più di un asset class di venture».

La progettazione di questa nuova politica per lo sviluppo del mercato del venture capital nel Lazio è stata curata da Lazio Innova, con il suo responsabile affari legali e societari Marco De Simoni, con il supporto del comitato di investimento di Fare Venture e la collaborazione di Fondo italiano d’investimento e dell’Aifi.

De Simoni ha commentato così a TopLegal il lavoro di questi mesi: «Lo sforzo di coordinamento interno del servizio legale di Lazio Innova ha riguardato due fasi fondamentali, entrambe finalizzate a coniugare la complessa, articolata e rigida normativa nazionale e comunitaria propria delle agevolazioni, con la dinamicità e la normativa proprie del capitale di rischio. Nella prima fase ci si è concentrati, principalmente, con Alessandro Corno nell’individuare il “modello” più opportuno da proporre, quello del fondo parallelo, che potesse garantire sia la piena compliance alle esigenze dei fondi comunitari pubblici sia, per i gestori, la maggior flessibilità operativa possibile, caratteristica fondamentale in questo tipo di strumenti di venture capital. Nella seconda fase, con un intenso e continuativo lavoro con Giovanni Meschia si è proceduto ad individuare, nell’ambito dello schema tipico di un regolamento di Fia chiuso, tutti i presidi e le soluzioni legali più opportune volti a disciplinare le varie fattispecie che, ai sensi della normativa comunitaria, devono essere oggetto di specifici presidi».

La scelta di Cdp come sede del convegno non è stata casuale. Cassa depositi e prestiti, infatti, è uno dei principali investitori in venture capital in Italia. Con un impegno nell’ultimo triennio superiore ai 300 milioni, Cdp si è attivata per dare una risposta concreta allo sviluppo del settore e facilitare il superamento dei fallimenti di mercato. E, con il nuovo Piano Strategico 2019-2021, il gruppo intende rafforzare ulteriormente la propria presenza a sostegno dell’innovazione e della nuova imprenditoria con una serie di iniziative e programmi di investimento a supporto dell’accelerazione d’impresa, del corporate venture capital, dell’early stage capital e del late stage capital.

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