Fate la legge? E noi avvocati troviamo l’inganno. Maurizio De Tilla (nella foto) non ci sta. Il presidente dell’Oua, organismo unitario dell’avvocatura, è più agguerrito che mai nel condurre la resistenza contro l’entrata in vigore, il prossimo 21 marzo, del decreto legislativo 28/2010 relativo alla cosiddetta mediaconciliazione obbligatoria.
L’Oua, istituzione di rappresentanza politica dell’avvocatura, se la norma dovesse essere applicata così com’è, inviterà i propri iscritti ad esercitare una sorta di “disobbedienza civile”. «Con il consenso dei clienti», dice a TopLegal De Tilla, «presenteremo l’eccezione d’incostituzionalità nella domanda per l'avvio della conciliazione». Gli avvocati si faranno carico di pagare per conto dei clienti, convinti della non utilità di questo strumento, i 40 euro necessari all’avvio della procedura di conciliazione ma poi, faranno in modo di far decorrere i termini utili alla definizione della controversia in sede stragiudiziale (4 mesi) e porteranno le carte davanti al giudice ordinario. «La speranza», aggiunge De Tilla, «è che i giudici decidano di sottoporre l’eccezione di incostituzionalità alla Consulta».
Inoltre, l’Oua ha già sollecitato l’eccezione di incostituzionalità davanti al Tar Lazio che terrà udienza sull’argomento il prossimo 9 marzo.
Intanto, l’Oua ha proclamato una settimana di astensione dalle udienze dal 16 al 21 marzo per ribadire la contrarietà dell’avvocatura nei confronti di questa norma.