Direzioni legali

Le sfide di Uber

Il colosso americano apre le porte della sua direzione legale e racconta la sua struttura, le attività e i fronti aperti in questi anni tra contenziosi e quotazione al Nyse

16-05-2019

Le sfide di Uber

Il 10 maggio Uber ha debuttato a Wall Street. La società, nata nel 2009 a San Francisco, è approdata alla Borsa di New York con un prezzo di collocamento per azione di 45 dollari. L’azienda ha piazzato 180 milioni di titoli, raccolto 8,1 miliardi di dollari e raggiunto una valutazione complessiva di 75 miliardi.

A pochi giorni da una delle quotazioni più attese dell’anno, Uber apre le porte della sua direzione legale a TopLegal. Il gigante californiano dell’hi-tech ha guidato una rivoluzione all’interno del settore automotive. La chiave del successo sta nel permettere agli utenti di spostarsi in città a prezzi ridotti, grazie all’intermediazione tra gli autisti partner e gli utenti della app. Tuttavia, come recita il sito internet, Uber non si accontenta di aiutare i propri clienti a muoversi in città. L’azienda hi-tech sta lavorando per rendere comuni tecnologie avanzate come le auto senza pilota e il trasporto aereo urbano, aiutare le persone a ordinare cibo in modo rapido, rendere accessibile l’assistenza sanitaria, creare nuove soluzioni di prenotazione trasporto merci e permettere alle aziende di offrire corse per i dipendenti.

Tutti questi progetti richiedono una solida struttura alle spalle. Perciò la direzione legale di Uber è in prima linea per assicurare la fattibilità e la regolare funzionalità delle iniziative portate avanti dall’azienda. Si tratta di sfide quotidiane che si inseriscono in un settore innovativo in cui spesso non esiste ancora una regolamentazione definita. Thomas Micarelli (in foto), senior regional counsel di Uber, divisione Southern Europe, racconta a TopLegal l’organizzazione e l’attività quotidiana della direzione legale, anche alla luce delle diverse sfide affrontate dalla nascita fino a oggi.

In Italia, in cui l’azienda è presente dal 2013, per ordine del tribunale di Milano il servizio UberPop (il meno costoso) è tuttora bloccato. La sentenza ancora oggi lascia attivi sul territorio soltanto i servizi UberBlack, UberLux e UberVan. Successivamente è intervenuto anche il tribunale di Roma su richiesta di alcune delle maggiori cooperative di tassisti italiani, difese da Pavia e Ansaldo. I giudici della capitale hanno dapprima ordinato l'inibizione del servizio, per poi ribaltare completamente la precedente ordinanza. Perciò, nel maggio del 2017, è stato accolto il reclamo di Uber, assistito da BonelliErede, ed è stata chiarita la piena legittimità di UberBlack, non trattandosi di un’attività di concorrenza sleale.

Come è organizzato il dipartimento legale di Uber in Europa? 
Il dipartimento legale in Europa è suddiviso in due macro-aree geografiche: Northern and Eastern Europe e Western and Southern Europe. All’interno di quest’ultimo hub, con sede a Parigi, io sono basato a Madrid dove mi occupo in particolare del sud Europa con un team di tre avvocati. Si tratta di una regione piuttosto vasta, che include oltre all’Italia anche Spagna, Portogallo, Croazia, Grecia, Israele e Turchia. Più in generale, il team legale di Uber per la regione Western e Southern Europe è composto da 12 avvocati (di cui tre sono italiani, incluso il legal director) mentre il team Emea è composto da una quarantina di persone.

Qual è il sistema di riporti interni per gli affari legali?
All’interno dell’ufficio legale, oltre agli avvocati responsabili per le diverse aree geografiche (regional counsel) vi sono specifici dipartimenti quali labour, privacy, commercial (che include corporate), insurance, payments, Eu legal affairs e competition law. Sia gli avvocati regionali che i singoli dipartimenti riportano, direttamente o indirettamente, al general counsel Emea che a sua volta riporta agli Stati Uniti. La funzione compliance, invece, riporta al chief legal officer che rimane una funzione distinta da quella legale.

Quali sono le specifiche competenze della direzione legale e quali sono le materie su cui si concentra l’attività continuativa?
Si tratta di un'attività a 360 gradi che spazia dalla gestione delle questioni commerciali quotidiane alla gestione dei contenziosi, dall’assistenza allo sviluppo e lancio di nuovi servizi e funzionalità dell’app alla pianificazione della strategia legale. In aggiunta, essendo Uber una realtà molto esposta dal punto di mediatico, una gran mole di lavoro è dedicata all’assistenza e al coordinamento con i diversi team di public policy, marketing e communications.

Quali richieste vengono affidate all’esterno e quali sono i criteri per la scelta dei consulenti esterni?
Il contenzioso viene generalmente trattato con l’aiuto di consulenti esterni così come lo studio normativo iniziale del contesto regolamentare applicabile a una determinata linea di business/prodotto (trasporto di persone, consegna cibo a domicilio, mobilità elettrica). Normalmente scegliamo consulenti che soddisfano tre condizioni. Primo, devono essere esperti nelle proprie materie di competenza; secondo, devono avere un'approfondita conoscenza delle dinamiche aziendali e del settore in cui operiamo, motivo per il quale incentiviamo una forte integrazione fra studio legale e azienda; infine, devono avere una cultura aziendale affine alla nostra, che preveda flessibilità, agilità, capacità di pensare fuori dagli schemi e capacità di fornire feedback in tempi rapidi.

 

L'intervista completa sarà pubblicata sul numero di giugno-luglio di TopLegal Review, disponibile su E-edicola dal 1 giugno.
 

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BonelliErede, Pavia e Ansaldo ThomasMicarelli Borsa di New York, Uber


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