Le sezioni unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4899 depositata il 1° marzo 2018, hanno accolto il ricorso preventivo di giurisdizione proposto da Poste Italiane e hanno conseguentemente dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario in relazione alla procedura di gara da questa indetta per l'affidamento del servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto per i propri dipendenti e per quelli delle società del gruppo (importo a base di gara di circa 1,13 miliardi euro).
Poste Italiane è stata assistita da Legance con Alessandro Botto (in foto) e da Simone Castrovinci Zenna, nonché da Carlo Mirabile e Gianluca Brancadoro.
La Suprema Corte di Cassazione ha ritenuto che l'appalto oggetto di affidamento non fosse strumentale rispetto all'attività svolta da Poste Italiane nell'ambito dei settori speciali di cui al Codice Appalti, con conseguente insussistenza dell’obbligo della stessa di rispettare le regole dell'evidenza pubblica (superando la qualificazione giuridica di Poste Italiane prospettata nella sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, n. 13 del 28 giugno 2016) e, pertanto, insussistenza della giurisdizione del giudice amministrativo.
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