Scenari

Libero professionista? No, grazie

Diminuisce il numero di aspiranti avvocato, notaio o commercialista, complice la crisi reddituale. In un decennio i notai hanno perso il 36% degli introiti mentre gli avvocati il 14,7 per cento

06-03-2017

Libero professionista? No, grazie

 

Le professioni non attirano più come una volta. A evidenziarlo sono i dati diffusi dal Miur sui risultati degli esami di abilitazione, condotti su oltre 20 categorie: i candidati sono calati di quasi un terzo (-31%) in un decennio, dai 79mila del 2006 ai quasi 55mila del 2015. Tra le categorie in calo, non mancano quelle di notai, avvocati e, soprattutto, commercialisti, i cui candidati in dieci anni sono scesi del 43,5 per cento.

Di seguito, una rielaborazione di TopLegal sui dati Miur relativi al calo di candidati all'abilitazione:

 

Lo scarso appeal sui giovani è legato a doppio filo alla crisi dei redditi. Il dato peggiore, in questo caso, lo fanno registrare i notai, che in dieci anni hanno perso il 36% degli introiti, pur restando la categoria più ricca. Non sfugge alla crisi nemmeno la professione forense, con una riduzione dei redditi del 14,7%: il 56% degli avvocati oggi ha un reddito sotto i 20mila euro annui.

Di seguito, una rielaborazione di TopLegal sul calo dei redditi:

Un ritorno d'interesse sulle libere professioni potrebbe arrivare con le novità del Jobs act degli autonomi, atteso oggi in aula alla Camera, che introduce una serie di tutele e di semplificazioni anche per i professionisti iscritti all’albo, come le “garanzie” nei casi di ritardo dei pagamenti o la possibilità di siglare contratti di rete. 


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