Nell’udienza preliminare per l’aggiotaggio sul titolo Premafin, che si è svolta ieri 28 maggio a Milano; Gianluigi Tizzoni, avvocato di Salvatore Ligresti (in foto), ha tentato la strada dell'appello alla Corte costituzionale. Su Il Corriere della Sera, che ha ricostruito l'udienza, si legge che Tizzoni ha sollevato l’eccezione di legittimità costituzionale delle norme del Testo unico della finanza che puniscono la manipolazione di un titolo affiancandosi alla sanzione amministrativa, se di rilevante entità (nel caso di Ligresti, più di 5 milioni di multa).
Tizzoni ha scelto una strada già percorsa da Michele Briamonte, avvocato dell'ex vertice di Ifil-Exor Franzo Grande Stevens, proprio durante il processo Ifil-Exor, richiamando a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo che aveva condannato l’Italia per aver violato il principio del «ne bis in idem», equiparando le sanzioni amministrative elevate a una condanna penale. Durante il processo Ifil-Exor l’eccezione, però, era stata respinta.
Toccherà ora al gup Alessandra Clemente decidere, il 6 giugno, se rinviare alla Consulta o respingere la richiesta.