Unicredit è pronta ad un aumento di capitale da 4 miliardi di euro. La decisione era stata approvata dal Consiglio di Amministrazione dell'istituto già alla fine di settembre, per poi essere confermata venerdì scorso dall'Associazione dei piccoli azionisti. L'operazione, destinata a rafforzare la base patrimoniale del gruppo, dovrebbe avere un impatto di circa 80 bps sul Core Tier 1 ratio, che a fine giugno era pari al 6,85%. La proposta di aumento di capitale prevede l'emissione di azioni ordinarie da offrirsi in opzione ai soci titolari di azioni ordinarie ed a quelli portatori di azioni di risparmio della società.
Intorno alla metà del prossimo novembre, l'Assemblea Straordinaria dei Soci, in sede di approvazione dell'aumento di capitale, dovrà decidere se conferire le necessarie facoltà al Consiglio di Amministrazione per definire le modalità ed i termini dell'operazione, determinando quante azioni emettere e il loro relativo prezzo di sottoscrizione: ad ogni modo, l'intero procedimento dovrebbe concludersi entro il primo trimestre 2010.
Bank of America/Merrill Lynch e Unicredit Corporate & Investment Banking agiranno in qualità di Joint global coordinator e Joint bookrunners nell'ambito dell'offerta, mentre Credit Suisse, Goldman Sachs International, Mediobanca e UBS Investment Bank agiranno in qualità di Joint bookrunners, impegnandosi a garantire la sottoscrizione dell'aumento di capitale fino ad un ammontare massimo di 4 miliardi di euro.
A seguire l'operazione per conto del Gruppo Unicredit è lo studio legale Linklaters, attraverso due team: il primo si occupa degli aspetti domestici, sotto il coordinamento del partner Claudia Parzani (nella foto), assistita dagli associate Doranna Carrozzo, Ugo Orsini e David Ingrassia; il secondo cura gli aspetti di diritto statunitense, con la guida del partner Luigi Sensi, coadiuvato dalla senior Us associate Teresa Triglia. Si tratta dello stesso team che seguì l'aumento da capitale da €3 miliardi e la conseguente emissione di obbligazioni CASHES nel febbraio 2009. Ad assistere le controparti è stata invece la law firm Shearman & Sterling, con i partner Michael Bosco e Domenico Fanuele, assieme all'associate Marzio Ciani.
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