L'Italia è liberalizzata al 49%

12-07-2010

L'Italia è liberalizzata al 49 per cento. Le professioni, invece, lo sono al 47. Lo mostra l'edizione 2010 dell'Indice delle liberalizzazioni, curato dall'Istituto Bruno Leoni e presentato oggi a Milano.
L'Indice delle liberalizzazioni studia il grado di apertura di 15 diversi settori dell'economia italiana, rispetto al paese più liberalizzato d'Europa. Nel 2010, l'economia italiana è risultata globalmente liberalizzata al 49 per cento, un punto percentuale in meno rispetto al 2009: una variazione che, per il modo in cui è costruito l'indice, non è considerata significativa. Di fatto, nel 2010 sono proseguite le tendenze in atto negli anni precedenti, e in particolare si è osservato un trend verso il miglioramento nei settori che (a) hanno gradi di liberalizzazione relativamente alti e (b) possono contare sulla presenza di un regolatore indipendente.
Il settore più liberalizzato è l'energia elettrica (71 per cento), in costante crescita da quando l'indice viene rilevato, nel 2007. Il settore meno liberalizzato sono i servizi idrici (17 per cento), nonostante l'effetto positivo del decreto Ronchi. Tra i settori che evidenziano un miglioramento più significativo, si osservano il mercato del lavoro (dal 55 al 60 per cento). Oltre ai servizi idrici, che peggiorano solo in termini relativi in virtù dei grandi passi avanti compiuti in Gran Bretagna, i settori con l'arretramento più significativo sono il trasporto ferroviario (dal 49 al 41 per cento) e il trasporto aereo (dal 68 al 60 per cento). Un dato molto rilevante è l'assenza di liberalizzazione nei servizi postali (43 per cento), che teoricamente a partire dal 1 gennaio 2011 dovrebbero adeguarsi alla piena apertura del mercato imposta dalle direttive comunitarie.
"Nel complesso - dice Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell'IBL e curatore dell'Indice - l'Italia si trova in un equilibrio instabile, reso precario dalla crisi. L'assenza di un contesto concorrenziale inibisce le nostre speranze di ripresa. Solo con decisi interventi riformatori sarà possibile portare il paese sul sentiero della crescita economica. In caso contrario, usciremo dalla crisi ancora più deboli di prima e più deboli degli altri".
I settori indagati nell'Indice delle liberalizzazioni sono: energia elettrica (liberalizzata al 71 per cento); televisione (65 per cento); mercati finanziari (63 per cento); trasporto aereo (60 per cento); mercato del lavoro (60 per cento); gas naturale (55 per cento); fisco (54 per cento); ordini professionali (47 per cento); pubblica amministrazione (46 per cento); trasporto pubblico locale (43 per cento); servizi postali (43 per cento); telecomunicazioni (41 per cento); trasporto ferroviario (41 per cento); infrastrutture autostradali (29 per cento); servizi idrici (17 per cento).


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