Il Ministero delle Politiche Agricole, il Consorzio di Tutela del Barolo e Barbaresco e il Comitato Nazionale Vini, affiancati dalle Cantine dei Marchesi di Barolo difese da Duilio Cortassa, dello studio LjLex, e Domenico Tomassetti, hanno vista riconosciuta dalla Cassazione la propria posizione sulla menzione geografica aggiuntiva Cannubi.
Come già a suo tempo confermato dal Consiglio di Stato (sentenza 7244/12, del 3 ottobre 2013), tutti i produttori nei Cannubi hanno diritto, come hanno sempre fatto, all’uso del nome Cannubi.
Le cantine Mascarello, Borgogno, Brezza, Damilano, Sandrone, Ceretto, Chiarlo, Rinaldi e altri produttori di Barolo, difesi da Marco Casavecchia e Emanuela Romanelli, hanno condotto una battaglia per l'ottenimento dell’esclusiva sulla menzione.
Lo storico cru di Barolo è invece confermato nei suoi confini storici di 43 ettari di vigneto, tra i più noti e costosi al mondo.
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