Occorrono regole certe e più trasparenza in Italia in riferimento sia al controllo sui fondi pubblici nell'ambito del finanziamento ai partiti, sia in tema di corruzione. È quanto emerge da un rapporto del comitato Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione) del Consiglio d'Europa. Rapporto che arriva al momento giusto. Proprio ieri sera, infatti, le forze politiche che sostengono il Governo Monti si sono incontrate per ideare un testo di riforma atto a dimezzare la distanza tra politici e cittadini.
Greco invita i partiti politici a sviluppare sistemi di controllo interni e a sottoporre i propri conti ad audit indipendenti. Il comitato, si legge in una nota, «raccomanda maggiore trasparenza nei finanziamenti politici abbassando la soglia di 50.000 euro sotto la quale l'identità dei donatori resta sconosciuta al pubblico. Allo stesso modo, le donazioni anonime devono essere vietate».
In giorni in cui il tema del finanziamento pubblico ai partiti è al centro di uno scandalo che ha travolto la Lega Nord, Greco «chiede sanzioni appropriate per la violazione delle regole sul finanziamento, che devono essere applicate nella pratica».
In termini più ampi, ossia di lotta alla corruzione, il comitato ribadisce l'invito all'Italia a ratificare la convenzione cui ha aderito e con la quale è stato istituito il meccanismo all'interno del Consiglio d'Europa. Chiede l'introduzione di misure che sanciscano rilievi penali anche per la corruzione tra privati. E manifesta «particolare preoccupazione sull'efficacia delle sanzioni per la corruzione in Italia e sull'alto rischio che i casi perseguiti cadano in prescrizione».
Di seguito potete scaricare i documenti del comitato Greco.