Masotti Cassella (TLIndex221), assieme agli studi magiari Oppenheim e Patay Attorney, ha affiancato il governo ungherese e la società pubblica ungherese Adria Port in tutto il
lungo percorso di stesura e completamento dell’accordo avviato nel 2019
con l’Autorità sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, che
prevede la valorizzazione dell’ex sede dell’impianto petrolifero
dell’Aquila con un investimento di circa 100 milioni.
L’iter di compravendita del Porto di Trieste che sancisce il forte investimento ungherese per lo sviluppo e la piena riqualificazione dell’area, si è concluso nei giorni scorsi con la cessione ad Adria Port dell’ex raffineria dell'Aquila da parte di Teseco e Seastock. È stato siglato l’atto di avveramento delle condizioni sospensive, rendendo efficace il closing che rafforza i rapporti dello scalo triestino con il centro-est Europa, destinato a diventare un moderno terminal multi-purpose, "sea exit" in entrata e in uscita per il mercato magiaro.
Alla guida del team italiano di Masotti Cassella, il partner Mascia Cassella (in foto) con l'associate Stefano del Vecchio.
Lexint ha assistito Seastok con il partner Pietro Meda.
Bp Legal ha affiancato Teseco con il partner Francesco Barachini.
Vietti ha assistito Teseco con l'of counsel Antonio Rizzi.
L'investimento del governo ungherese nel porto di Trieste segue quello di importanti operatori tedeschi del settore negli scorsi mesi, Duisburger Hafen per il 15% dell'interporto a dicembre e l'acquisto della maggioranza della Piattaforma logistica Trieste da parte del gestore del porto di Amburgo Hhla lo scorso ottobre.