A due mesi dal referendum che ha visto prevalere i voti a favore dell'abbandono dell'Ue da parte del Regno Unito, l'articolo 50 del trattato sulla Ue che disciplina l’uscita di uno Stato membro è ancora ben lontano dall'essere attivato. Il nuovo governo britannico non intende procedere prima del prossimo anno, ma potrebbero esserci degli sviluppi che rimescolerebbero le carte in tavola.
Secondo Mishcon de Reya sarebbe illegale procedere con l'uscita dall'Unione solo su richiesta del Primo Ministro e dunque senza la ratifica di un voto parlamentare, e per questo entro l’anno i professionisti dello studio inglese si presenteranno di fronte alla Corte Suprema. La mancanza di un documento costituzionale contribuisce a rendere la situazione aperta a ogni scenario.
Nel caso in cui la Corte Suprema riconoscesse le ragioni di Mishcon de Reya, il Primo Ministro Theresa May potrebbe essere incriminato se dovesse attivare l’articolo 50. Secondo le stime il 56% dei parlamentari conservatori è a favore della permanenza nell'Unione, e complessivamente in Parlamento il 73% supporterebbe la posizione del “remain”. In questo caso il fronte del “leave” potrebbe appellarsi alla Corte di Giustizia Europea per chiedere il rispetto della volontà popolare, contro la decisione del Parlamento.
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