«Un super studio internazionale di diritto del lavoro». È così che Luca Failla (nella foto), socio di LabLaw, presenta l’alleanza L&E Global Employment and Labour Law a cui ha dato vita assieme ad altre cinque boutique specializzate in diritto del lavoro tra Europa e Stati Uniti.
I membri del network sono il francese Flichy Grangé Avocats; Jackson Lewis LLP, law firm specializzata nel Labour con 46 sedi negli States; Pusch Wahlig Legal, di matrice tedesca; lo spagnolo Bufete Suárez de Vivero S.L, e infine Van Olmen Wynant, con sede a Buxelles.
Salta subito all’occhio la mancanza di un membro anglosassone, ma Failla spiega il perché: «Non è facile nel Regno Unito trovare una law firm che faccia solo diritto del lavoro. Tutti i grandi studi sono orientati prevalentemente sul Corporate e sono multisettoriali. Noi, per adesso, siamo molto selettivi e privilegiamo boutique specialistiche».
L&E lancia così la sfida a Jus Laboris (network a cui aderisce l’italiano Toffoletto e soci) che, fino ad oggi era l’unica alleanza internazionale tra lavoristi e che, ora, dovrà festeggiare i dieci anni dalla creazione, preoccupandosi di contrastare lo sbarco del primo diretto concorrente.
Ma in cosa, L&E si distingue da Jus Laboris? «La nostra alleanza nasce dal basso, cioè, da anni di collaborazione tra i professionisti degli studi fondatori di L&E. Ci siamo accorti di avere lo stesso approccio, le stesse metodiche e tempi di reazione. Quindi, dopo aver condiviso alcune esperienze e aver raccolto la necessità di alcuni clienti di essere assistiti in diversi Paesi, abbiamo deciso di costituire L&E Global».
Altro punto distintivo è la strategia d’espansione: «Non vogliamo mettere le bandierine su ogni Paese. Grazie alla presenza su piazze strategiche siamo già in grado», dice Failla, «di fornire assistenza a società con base in zone in cui non siamo presenti. Comunque, stiamo valutando numerose candidature e guardando con attenzione all’opportunità di avere dei referenti diretti in India, Cina, Sud America e di espanderci nel Nord ed Est Europa».
L’alleanza conta quasi 800 avvocati e offrirà assistenza giuslavoristica focalizzata su contratti di assunzione e licenziamenti, riduzioni del personale, previdenza complementare, trattative sindacali, privacy, immigrazione e benefit.
Oltre alla comune modalità di operare, i sei studi hanno deciso di adottare la medesima modalità di tariffazione. «Deciderà il cliente», spiega Failla, «se preferisce una fattura unica oppure diverse fatture dai vari studi, ma la modalità di tariffazione sarà analoga per tutti. In merito alla parcella», continua il partner, «si discuterà con il cliente, ipotizzando le ore di lavoro ed elaborando una stima per ogni fase del progetto».
Anche i clienti saranno condivisi dai sei studi. «Ci siamo accorti», afferma l'avvocato, «di avere già dei clienti comuni, ma in ogni caso coopereremo sulle operazioni internazionali. Generalmente il rapporto con il cliente lo gestirà il partner del Paese d'origine della società, ma ci è già successo che il cliente volesse conoscere tutti i soci degli studi attivi; e poi, ci saranno le conference a cui parteciperanno tutti gli avvocati che si occuperanno dell'operazione».
Il team di LabLaw che lavorerà con L&E Global è composto oltre che da Failla, dai soci, Angelo Quarto, Edgardo Ratti, Gianluca Crespi e Piergiovanni Mandruzzato. Non è presente, tra i soci di riferimento, Francesco Rotondi. «Ogni studio ha identificato un team, e per dividerci bene i compiti, io mi occuperò delle operazioni a carattere internazionale in cooperazione con l’alliance, mentre Rotondi, si focalizzerà sulle operazioni di diritto italiano», conclude Failla.
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