di Valentina Magri
L’appartenenza a un grande network della consulenza influisce sul posizionamento dello studio legale e tributario a esso collegato. Lo sa bene Giovanni Stefanin, co-managing partner di PwC TLS, che conferma quanto l’appartenenza ad un network internazionale di servizi professionali sia un elemento distintivo nell’accesso al mercato e nell’introduzione ai clienti. Tuttavia, questa appartenenza comporta anche talvolta dei limiti. «La practice legale, infatti, non è presente in paesi come gli Usa per motivi regolamentari, ed è sottodimensionata in Cina e Uk. Questo crea delle difficoltà a posizionarsi con i grandi investitori internazionali», sostiene il co-managing partner di PwC TLS.
In questo senso la crescita della practice legale dello studio è stata guidata da un posizionamento prevalentemente domestico e con una forte presenza nel middle market anche tramite una copertura capillare del territorio grazie alle diverse sedi locali.
Tornando al tema del posizionamento, vi sono differenze tra la realtà dello studio e la percezione delle direzioni legali. In particolare, i general counsel intervistati dal Centro Studi TopLegal, tendono ad associare PwC TLS, in primo luogo, all’idea di un network globale di servizi, anziché a uno studio con una practice legale multidisciplinare. Stefanin commenta in merito evidenziando come il processo di posizionamento di una practice legale appartenente a network multicompetenza implicitamente può comportare una chiave di lettura differente dei clienti rispetto allo studio professionale tradizionale, dal momento che sotto lo stesso brand convivono diverse anime. Ciò non toglie che negli ultimi anni le direzioni legali delle grandi aziende sempre di più riconoscono gli studi facenti parte dei network delle Big Four come realtà capaci di fornire servizi legali di qualità.
Al di là di alcune percezioni esterne, PwC TLS è uno studio multi-practice non focalizzato su un settore specifico. «Cerchiamo di crescere in tutte le aree in cui operiamo. Al momento, lavoriamo molto su M&A, energia, amministrativo, ristrutturazioni e crisi aziendali. Inoltre, stiamo crescendo molto in tutti i servizi collegati alla tecnologia avendo la capacità e la possibilità di unire alle nostre competenze anche quelle dei colleghi specializzati nello sviluppo delle piattaforme tecnologiche al fine di offrire un servizio integrato».
Del resto, PwC TLS è da sempre attiva sul fronte della tecnologia: al momento sta lavorando sul sull’intelligenza artificiale, sia internamente, sia esternamente con le consulenze ai clienti. Stefanin illustra: «Al nostro interno, stiamo facendo formazione ai nostri professionisti sull’AI attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti dedicati. Esternamente, stiamo ragionando sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato delle professioni, per cui ci stiamo proponendo ai clienti come consulenti nel passaggio tecnologico, per accompagnarli nella trasformazione».
Gli investimenti tecnologici sono andati pari passu con quelli in capitale umano. PwC TLS negli ultimi anni, nella sola practice legale, ha reclutato soci da GOP, da Hogan Lovells e Orrick. Infatti, da GOP nel giugno 2021 è arrivato Pietro Buccarelli, nel 2022 Ernesto Apuzzo è uscito da Hogan Lovells per approdare in PwC TLS e sempre nel 2022 Francesca Isgrò ha lasciato Orrick per assumere la responsabilità del dipartimento di diritto amministrativo. Questi lateral hire hanno facilitato la crescita e il posizionamento dello studio.
Lato capitale umano, per trattenere i talenti giovani sono state adottate politiche di retention concentrate sull’individuazione di percorsi di carriera più rapidi per le persone meritevoli, prestando particolare attenzione alle politiche retributive. Infatti, sono svolte con cadenza regolare analisi del benchmark di mercato per valutare il nostro posizionamento e tenere in considerazione eventuali nuovi trend da integrare nel sistema di “total reward”. In PwC TLS è prevista una crescita lato compenso nell’ambito di una valutazione annuale strutturata che tiene conto dell’esperienza maturata dalle risorse, della performance individuale e di gruppo, dei comportamenti interni e del rispetto dei valori dell’organizzazione.
«Abbiamo previsto dei sistemi di valutazione strutturati, nonché la possibilità di fare esperienze professionali differenti grazie all’appartenenza ad un network internazionale, come, ad esempio, i programmi di secondment all’estero», illustra Stefanin. «Inoltre, offriamo ai giovani il supporto di un career coach dedicato che ha la responsabilità di accompagnarli nell’iter di sviluppo personale e professionale, creando occasioni di confronto continuo. Per lo studio è altresì importante investire sulla formazione trasversale, anche attraverso l’organizzazione di momenti di socialità per sviluppare sinergie tra i giovani che svolgono professioni differenti. Infine, abbiamo sviluppato crescente sensibilità verso il bilanciamento tra lavoro e vita privata grazie al lavoro ibrido, nonché grande attenzione verso politiche di welfare tramite benefit ad hoc», conclude Stefanin.