NCTM, DOPO I LATERAL, LA RAZIONALIZZAZIONE

Da qualche tempo, Paolo Montironi (nella foto), senior partner di Nctm ha smesso di ripetere che dal suo studio non va via nessuno.

L’ultima e più clamorosa uscita ha riguardato il fondatore ed of counsel della law firm, Gianfranco Negri Clementi, sua figlia e socia, Annapaola e i salary partner Gabriele Consiglio ed Enrico Del Sasso.

La prossima uscita, invece, sarà quella dell’amministrativista e salary partner, Helga Garuzzo, pronta a passare alla boutique torinese Pavesio e associati.

Durante il 2010, Nctm ha registrato un flusso di uscite che ha portato l’organico dello studio da 310 a 270 professionisti (-13%). Razionalizzazione, efficentamento e modernizzazione, fanno sapere da Nctm, sono state le direttrici che hanno segnato questo processo.

Dopo un periodo di grandi acquisizioni sul mercato, lo studio ha dovuto lavorare sull’integrazione dei nuovi arrivati con il resto della macchina. In molti casi si è trattato di un’operazione facile.

In altri, invece, si è rivelata un’attività complessa. Nctm, in particolare ha dovuto fare i conti con gli effetti collaterali di una stagione di acquisizioni molto intensa. Lo studio, secondo quanto è stato riferito a TopLegal, ha dovuto riorganizzare la struttura per evitare di ritrovarsi con costi raddoppiati senza particolari vantaggi. In alcuni casi, poi, è stato necessario gestire avvocati che, una volta entranti nello studio, si sono praticamente rifiutati di adeguarsi alle prassi e usare gli strumenti tecnologici (tools informatici, term sheets etc.) per gestire il loro lavoro, oppure professionisti che non hanno voluto accettare l'idea di specializzarsi solo in alcune aree di pratica. Quindi, i rapporti tra loro non potevano che interrompersi.

Il maggior numero di uscite  ha riguardato la sede di Verona, il team di Janni Fauda e quello di Delli Santi & Partners.

Nella sede di Verona, per esempio, sono andati via Marco Tonellotto e Angelo Merlin, specializzati nel diritto ambientale e dediti quasi esclusivamente all’attività giudiziale penale. I due professionisti, assieme agli avvocati Sabrina Apicella e Stefano Franchini sono passati allo studio Sinthema. Sempre a Verona, hanno lasciato il giuslavorista Mauro Rubin (entrato nel 2009 in Nctm) e Zeno Caponi, che curava l’M&A e il Real estate.

Ma sono gli esiti delle acquisizioni del 2009, (Janni Fauda e Delli Santi & partners) quelli che hanno fatto più discutere.

L’operazione Janni Fauda, che comunque Montironi definisce, «un successo di cui siamo pienamente soddisfatti», ha visto arrivare alla meta dell’integrazione i soci Guido Fauda, Maurizio Fraschini, Francesca Bonino, Paolo Salimei e Aulo Cossu. Marco Janni è entrato in Nctm con la qualifica di of counsel per ragioni anagrafiche e di statuto. È durata poche settimane, invece, la permanenza in Nctm dei equity  partner Fabrizio Pavarotti (che ha fondato un prprio studio) e Alessandra Della Porta e di sette associate. Altri soci dello studio Janni Fauda, infine, hanno deciso da subito di non aderire all’associazione professionale presieduta da Montironi. Tra questi possiamo ricordare la giuslavorista Donatella Cungi, passata alla boutique Toffoletto e soci e Paolo Pecorella.

L’operazione che ha richiesto la maggiore opera di razionalizzazione, però, è stata l’integrazione con Ds&p di Riccardo Delli Santi. I salary partner Francesco Ajello, Mirko Annibali e Francesco Barone avevano delle specializzazioni (civile, fiscale e amministrativo) già coperte dallo studio con specifici dipartimenti. Il loro ruolo in Ds&p serviva a integrare l’offerta professionale della boutique incentrata fondamentalmente su Real estate e diritto urbanistico. Mentre il loro collocamento in Nctm si è rivelato meno semplice e gli spazi per la loro crescita si sono rivelati limitati.

L’integrazione tra Ds&p e Nctm, durante l’anno, è stata molto chiacchierata. È vero che lo studio, con l’arrivo di Riccardo Delli Santi, di sua figlia e socia Valentina, del partner Marco Monaco e dei salary Alessandro Matteini e Rosmarie Serrato, si è dotato di un team di eccellenza nel Real estate, ma è altrettanto vero che l’ultimo anno è stato piatto per questo comparto. Il dubbio, da tanti ventilato, è che l’operazione sia costata più di quanto non sia riuscita a fruttare. Se poi a questo si aggiunge che per ragioni di spazio, Nctm a Roma ha dovuto anche cambiar sede e affittare un grande palazzo in via delle Quattro fontane che al momento è occupato solo per metà, i dubbi sul successo di questo lateral hire diventano molti.
Sul tema, però, Montironi ribatte: «Da noi non esistono lateral hire che costino più di quanto rendano. Per i primi due anni (procrastinabili di un ulteriore anno, ndr), ogni nuovo socio viene retribuito in base alla propria performance. E al termine di questo periodo “interinale”, ogni professionista si vede assegnare un punteggio di lockstep correlato al valore generato». Circa la sede di via delle Quattro Fontane, invece, dallo studio fanno sapere che il suo costo, al momento, incide solo per il 10% sul fatturato di Roma e che tale incidenza è destinata a diminuire in concomitanza della crescita della sede che solo nel 2010 ha fatto segnare un +30% del proprio giro d’affari.

Infine, commentando questo processo di assessment, Montironi conclude: «Nctm è uno studio costruito su regole chiare e uguali per tutti. Abbiamo un’organizzazione che impone l’uso di strumenti informatici specifici, richiede l’osservanza di procedure standard ed esige la specializzaizone dei professionisti in due o tre aree di attività al massimo, incentivando (per tutto il resto) il cross selling. Magari, in futuro, qualcun altro se ne andrà. Ma siamo convinti che la nostra sia una strategia che paga tanto nel breve quanto nel lungo periodo».