Potrebbe esserci anche un po’ dello studio Negri Clementi nel nuovo stadio dell’Inter. L’insegna, infatti, sta assistendo il colosso China Railways Construction Corporation nella valutazione del progetto sul tavolo del presidente Massimo Moratti. E, chissà, forse la valutazione si estenderà anche a un eventuale intervento nel capitale della squadra.
Se effettivamente si giocasse la partita Milano-Pechino per il nuovo impianto dell’Inter, lo studio guidato da Gianfranco Negri Clementi si troverebbe una stella importante da esibire come risultato della strategia di spostare in estremo oriente il raggio d’azione «di quella che, comunque – sottolinea – rimane una boutique legale italiana». Il nuovo studio, creato nel febbraio 2011 dopo l’interruzione del lungo sodalizio con Nctm, oggi conta una ventina di professionisti e cinque soci, in seguito all’uscita – a quanto risulta, non troppo destabilizzante - di Roberto Cornetta. E l’obiettivo dimensionale non cambia. Nel Far East si ragiona su collaborazioni di lungo periodo in Cina, su due uffici in Vietnam e uno appena instaurato a Ulan Bator, la capitale della Mongolia.
L’identità nazionale e di boutique, del resto, è quella imposta al Dna del nuovo studio da Negri Clementi stesso. Una realtà nella quale, accanto alla condivisione del business, spicca l’impegno per le tematiche «sociali», ossia attività che appaiono pro bono, «ma alla fine – commenta l'avvocato – sono il presupposto per crescere, imparare, diventare un riferimento e quindi sviluppare anche il business».
Tra le tematiche “parallele” ci sono gli impegni nella governance (la presidenza di Argis, associazione per la ricerca nella governance d’impresa; l’appartenenza a Nedcommunity con la figlia Annapaola Negri Clementi), ma c’è soprattutto l’amore di sempre: l’arte.
Su questo fronte, dopo le collezioni, la newsletter e le decine di consulenze al settore, sta per concretizzarsi un progetto che integrerà definitivamente passione e diritto. «Entro l’anno – annuncia Negri Clementi – pubblicheremo il primo di cinque volumi di un’opera sull’arte». Editori saranno Skira e Negri Clementi, il lavoro avrà il contributo di 40 autori, portatori di conoscenze tecnico-giuridiche. Nel progetto di partenza sono previste tematiche quali “ il ruolo del diritto nell’arte”, i ”diritti dell’artista”, “la circolazione e la tutela dell’opera d’arte”, “gli investimenti e gli aspetti fiscali”.
Perché «il diritto dell’arte – si legge nell’introduzione appena terminata e siglata Gnc - è un neologismo che vuole indicare un sistema giuridico polifonico: si interessa della disciplina di ogni rapporto che riguardi l’opera d’arte o l’artista o i vari accadimenti che possono riguardare tale oggetto o tale soggetto. È forse il settore del diritto che meglio abbraccia la totalità delle discipline giuridiche (civilistiche, commercialistiche, tributarie, associativistiche, aprendosi anche agli scenari del diritto penale e dei diritti intellettuali e della personalità)».
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