Norton Rose è stato il primo studio legale ad aver introdotto una forma di ammortizzatore sociale nel modello di gestione. La notizia, riportata la scorsa settimana da TopLegal, assume un significato di rilievo sia in vista di una congiuntura che resta non-favorevole, sia in termini di comportamento "aziendalista" di un'associazione professionale. Lo strumento adottato è quello del Flex che ha coinvolto circa il 20% dei professionisti della law firm. Un giorno di "fermo" in cambio della riduzione del 15-20% dei compensi. Per garantire continuità lavorativa, anche a fronte di una "stanca" del mercato per alcuni settori legali. Il managing partner di Norton Rose, Paolo Daviddi (in foto), non si è certo nascosto dietro un dito. Anche perché, dice, «si tratta di un'iniziativa condivisa con professionisti e dipendenti del network».
Quando e come nasce lo strumento del Flex in Norton Rose?
Lo strumento del Flex in Norton Rose Group è nato nel 2009. Lo studio aveva lanciato questa iniziativa innovativa a livello globale per evitare licenziamenti nel difficile clima economico dell'epoca. L'iniziativa è stata ai tempi ampiamente sostenuta sia dal personale dipendente sia dai liberi professionisti in tutti nostri uffici, anche se in Italia non ha avuto concreta attuazione. Il programma è stato chiuso nel gennaio 2010 a seguito del generale miglioramento dei mercati. Il sistema Flex è stata un'esperienza di successo in quanto ha consentito a Norton Rose Group di gestire la crisi senza dover effettuare alcun licenziamento. L'iniziativa ha ricevuto anche pubblici riconoscimenti tra cui The Lawyer HR Award 2010 per l'innovazione nella gestione del talento e conservazione, e la Legal Business 2009 premio per la più intraprendente Law Firm of the Year.
Si tratta della prima volta che viene applicato in Italia? La decisione viene dal network o è stata presa dalla sede italiana?
Dal 1 maggio 2012 i soci Italiani di Norton Rose hanno deciso di introdurre il Flex con riferimento a specifiche posizioni che in questo momento risentono di un calo di attività dovuto alla difficile situazione economica.
Quanti e quali professionisti sono stati coinvolti?
L'iniziativa tocca meno del 20% dello staff totale in Italia. Il Flex verrà chiuso in Italia appena si verificherà un miglioramento della situazione generale del mercato, che naturalmente auguriamo corrisponda anche ad un incremento di volume lavorativo.
A quanto ammonta la riduzione dei compensi?
Le riduzioni di stipendio corrispondono in misura meno che proporzionale ad una riduzione dell'orario di lavoro che è stato calcolato per garantire sia una presenza continua del professionista in studio sia per tentare di non incidere in maniera significativa sul guadagno annuale dello stesso.
Nel giorno di fermo è data la possibilità ai professionisti di lavorare autonomamente. Se sì, a quali condizioni?
Non abbiamo preclusioni a consentire ai professionisti di accettare incarichi di lavoro da soggetti terzi purché non vi siano situazioni di conflitto di interesse e che tale incarico sia compatibile con gli impegni lavorativi in Studio. Ad oggi abbiamo avuto solo una richiesta di uno dei nostri professionisti in tal senso. Poi, come naturale, nelle ore non in studio ogni professionista è libero e incoraggiato a dedicarsi ad un continuo aggiornamento sui temi giuridici, politici ed economici. Molti dei nostri professionisti sono attualmente impegnati in collaborazioni con Università italiane e programmi Master nonché nella pubblicazione di testi giuridici. In più, come studio ci teniamo a sostenere i nostri professionisti anche in attività extra-lavorative che possano riguardare iniziative di beneficenza, pro bono, o altro.
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