La flessibilità entra negli studi legali. Il primo che potrebbe sperimentare forme di lavoro alternative potrebbe essere lo studio inglese Norton Rose che nei giorni scorsi ha annunicato un progetto battezzato flexible working scheme.
Si tratta di una sperimentazione che i vertici della law firm potrebbero decidere di implementare dal prossimo mese di maggio con l’obiettivo di fronteggiare l’attuale crisi economica evitando di ricorrere a tagli.
Il piano prevede l’introduzione della settimana corta (4 giorni lavorativi) o in alternativa un periodo sabbatico di 4 o 12 settimane. L’idea del vertice dello studio sarebbe, inoltre, di applicare la misura solo su base volontaristica. Chi accettasse di “avere più tempo per sé” vedrebbe mediamente una riduzione della propria retribuzione annuale attestata attorno al 20%.
L’introduzione della settimana corta è prevista anche in Italia? Lo abbiamo chiesto al managing partner di Norton Rose, Paolo Daviddi (nella foto), che ha fatto sapere che «al momento si tratta di uno schema che potrà essere utilizzato solo in caso di necessità e solo nel corso del prossimo esercizio, quindi non prima di maggio».
Ma a livello internazionale, oramai, si stanno verificando situazioni paradossali: ci sono persino studi che pagano i loro avvocati per non lavorare! È ciò che ha fatto Latham & Watkins negli Usa offrendo ben 75mila dollari per non andare al lavoro e prendersi invece un anno sabbatico, ai propri neoassunti di Los Angeles. Il risparmio previsto in virtù di questa soluzione è di 85mila dollari.
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