Oggi, a conclusione di un travagliato iter parlamentare, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il ddl anticorruzione con 480 voti a favore, 19 voti contrari e 25 astensioni. Alla vigilia, sul testo in questione Montecitorio aveva già votato la fiducia al governo Monti.
La legge si divide in due parti: la prima rivede fattispecie
e sanzioni dei reati contro la pubblica amministrazione; la seconda contiene misure di prevenzione della corruzione (sulle quali l'iter di approvazione si è dimostrato più complicato),
attivando nuove procedure e controlli negli uffici.
Tra le novità principali, la previsione del nuovo reato di traffico influenze illecite, che punisce gli indebiti arricchimenti di chi sfrutta relazioni con un pubblico ufficiale o con un incaricato
di un pubblico servizio facendosi remunerare la mediazione, puniti con la reclusione da uno a tre anni; e la corruzione tra privati, che punisce gli atti illeciti compiuti da amministratori, direttori generali, dirigenti
preposti alla redazione di commenti contabili societari, sindaci
e liquidatori, oltre a chi è sottoposto alla direzione o vigilanza
di questi ultimi.
Sulla concussione, le norme limitano il reato alla sola ipotesi in cui il pubblico ufficiale abbia costretto un altro soggetto a pagare con la minaccia della propria autorità - pena la reclusione da sei a 12 anni - ipotesi distinta da quella della concussione per induzione, in cui lo stesso soggetto induce il privato a dare o promettere utilità: in questo caso si punisce sia il pubblico ufficiale (reclusione da tre a sei anni), sia il privato (reclusione fino a tre anni).
Sulla corruzione, il testo prevede un forte aumento di pena per la cosiddetta corruzione propria, in cui il pubblico ufficiale compie un atto contrario ai propri doveri d'ufficio.
Sul fronte della prevenzione, oltre alle norme che limitano il
ricorso agli arbitrati nella Pa ed
escludono i giudici dagli arbitrati tra privati, il ddl delega
il governo ad adottare entro un anno dall'entrata in vigore
della legge un testo unico sull'incandidabilità a parlamentare e
ad altre cariche elettive di chi è stato condannato in via
definitiva per delitti non colposi.
Ogni amministrazione, inoltre, è obbligata a predisporre un piano annuale anticorruzione, oltre che a pubblicare sul proprio sito istituzionale bilanci e consuntivi, costi di opere pubbliche e dei servizi. Infine, si garantisce l'anonimato a chi segnala illeciti nella Pa.
Nuove disposizioni