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L'evoluzione del rapporto tra domanda e offerta di consulenza penale. Un approfondimento su Hogan Lovells e sulla direzione affari legali di Piaggio

03-10-2014

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Nel numero di ottobre di TopLegal, la storia di copertina è dedicata all'evoluzione della domanda e dell'offerta in ambito penale. I clienti chiedono strutture più complesse, multidisciplinarietà, capacità di lavorare in team con gli in-house, conoscenza di lingue e giurisprudenze estere. Il tutto all’insegna della riduzione dei costi. Gli studi cercano soluzioni innovative per scongiurare il rischio commodity.

Per esaminare i cambiamenti in tema di mandati legali in ambito penale, il Centro Studi TopLegal ha sondato 20 direzioni legali, appartenenti ad aziende eterogenee per settore e fatturato (medie imprese, grandi aziende italiane, e multinazionali estere). Oggetto dell’indagine, capire quali sono i criteri fondamentali che orientano la scelta del penalista a cui affidarsi, il budget destinato alla consulenza e intercettare possibili nicchie di business per il futuro. 


Fronte clienti, dalla ricerca sono emersi alcuni elementi innovativi. Se tradizionalmente in Italia il penalista nasce e si forma nel contesto nazionale, radicandosi nella capacità di risolvere il problema contingente e considerando il rischio penale prioritario rispetto al business, oggi lo scenario è cambiato. I clienti considerano il rischio penale alla stregua degli altri rischi e anche dal penalista pretendono un approccio da avvocato d’affari, in grado di trovare soluzioni creative (e non ostative) per il business. Un penalista sempre più multidisciplinare, a cui si chiedono conoscenze di diritto societario, di diritto tributario e di analisi dei bilanci. Un penalista sempre più a contatto con l’impresa e che faccia parte di strutture più complesse, perché una realtà che opera con le imprese difficilmente può limitarsi a essere uno studio unipersonale. 

Oggi, inoltre, l’evoluzione della disciplina penale fa sì che sempre più spesso le contestazioni penali gravino non più solo sul singolo, ma sulla società. Nell’affidare i mandati diventa indispensabile, quindi, che il penalista conosca il business del cliente e sia in grado di lavorare in team con il legale interno, fornendo pareri facilmente comprensibili per l’Ad e il Cda. A questo si aggiunge che molte società italiane ormai fanno capo a holding estere. Da cui la necessità di conoscere l’inglese e la giurisprudenza estera, soprattutto per formulare pareri che possano essere compresi dalla sede centrale. Cosa che, in futuro, potrebbe avvantaggiare gli studi internazionali presenti in Italia con un dipartimento penale. 

Come rispondono gli studi? Cercando di evolvere per dimensioni, specializzazione e internazionalizazzione. Alla ricerca di quella trasversalità e di quell’approccio integrato chiesto dai clienti, alcuni stanno percorrendo la strada dell’integrazione con i civilisti. Un percorso difficile, che rende necessaria la sintesi tra due culture diverse, ma che porta vantaggi ai clienti anche in ottica di standardizazzione e abbattimento dei costi. Di pari passo all’articolazione di un’offerta integrata, si cercano nuove nicchie di mercato. Così, anche il penale occhieggia alle pmi e cerca partenariati con i clienti in tema di formazione delle risorse interne.  Anche la cultura penale, quindi, sta cambiando e, abbandonato il radicamento alla contingenza, inizia a muoversi nell’ottica di una maggiore pianificazione strategica dell’offerta.

L'appuntamento con "Settori e mercato", in ottobre propone un'analisi sulla consulenza per le ristrutturazioni nel settore pubblico e un approfondimento dedicato all'applicazione dei modelli di Compliance ai sensi della 231 alle società a partecipazione pubblica. Mentre in Primo Piano ci sono il ddl sulla voluntary disclosure e tutti i cambiamenti in seno all'VIII appuntamento con i TopLegal Awards, che vede eliminate le categorie individuali di settore per riconoscere e istituzionalizzare il concetto di squadra legale. 

Il caso di studio è Hogan Lovells. Una base di consulenza ordinaria, un ampliamento della partnership morigerato e l’equa distribuzione delle risorse contro l’inefficienza strutturale. Sono queste alcune delle misure che hanno consentito ad Hogan Lovells di mantenere botta sul mercato italiano. In agenda per ottobre l'intervista al Gc di Piaggio Ulisse Spada, che racconta come il cambiamento di competenze e responsabilità delle direzioni legali ha preparato il loro sorpasso sugli studi legali in termini di cultura organizzativa e visione del ruolo.

Su E-edicola è disponibile la versione integrale del numero.

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