ONIDA: DA SINDACO SCEGLIEREI ADVISOR INDIPENDENTI E CAPACI, NON FIDUCIARI DI PARTITO

Parla il candidato alle primarie del centrosinistra di Milano, ex presidente della Corte costituzionale, nel ring con l'avvocato Pisapia e con l'architetto Boeri

30-09-2010

ONIDA: DA SINDACO SCEGLIEREI ADVISOR INDIPENDENTI E CAPACI, NON FIDUCIARI DI PARTITO

Nel ring delle primarie del centrosinistra, fissate il 14 novembre per designare il candidato sindaco di Milano 2011, con l'architetto Stefano Boeri e il famoso penalista Giuliano Pisapia, entra un'altra eccellenza del mondo legale italiano: Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, docente di giustizia costituzionale alla Statale di Milano. A lui TopLegal ha chiesto cosa ne pensa del rapporto tra amministrazione e consulenti legali: “Il professionista non deve essere un fiduciario politico”.

Come è giunto alla scelta di candidarsi alle primarie del centrosinistra?
Il comitato “Milano Riparte-Impegno per Milano 2011”, costituitosi fra una novantina di personalità cittadine, mi ha invitato a larga maggioranza a candidarmi. Ho accettato perché credo di poter dare così un concreto contributo alla emersione di una nuova classe dirigente politico-amministrativa, motivata e competente, combattendo la sfiducia e il sempre più accentuato distacco, specie dei giovani, dalla politica e quindi dalla cura del bene comune. Le primarie questa volta non dovranno servire a ratificare una scelta già fatta dagli organi dirigenti dei partiti (come più volte è avvenuto in passato) o a realizzare un confronto di forza fra partiti.

Milano, capitale economica dell'Italia, è un distretto delle professioni. Secondo lei l'amministrazione potrebbe valorizzare questa risorsa? Come?
Distretto delle professioni non è corretto, perché le professioni non sono un settore merceologico o produttivo. Sono un’attività che non si alimenta da se stessa (ad esempio, se la professione legale incentiva l’eccesso di contenzioso invece di contribuire a ridurlo, è un problema), ma si sviluppa in correlazione con lo sviluppo delle altre attività economiche, amministrative, eccetera. Nel sud si sviluppa nel contenzioso banale. Tanti avvocati tante liti. Milano da questo punto di vista ha meno contenzioso. Semmai il problema è un altro: il legali delle Pubbliche amministrazioni che talvolta sono scelti per la loro appartenenza politica.

Da questo punto di vista come potrebbe migliorare il rapporto tra politica e consulenti?
Il tecnico deve essere scelto per la sua competenza e non per la sua appartenenza. Se cambiano i vertici politici e con essi l'avvocato, ciò è una stortura del sistema. I legali devono essere competenti e indipendenti. Non scelti perché politicamente “fedeli”.

A proposito di indipendenza, nel caso in cui fosse eletto, rinuncerebbe alle altre cariche in corso?
Se eletto, dovrei lasciare la carica di presidente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, e l’incarico di componente del consiglio della Scuola superiore della magistratura. Di fatto già in larga parte ho rinunciato alla professione quando sono entrato in Corte costituzionale. Oggi difendo del tutto sporadicamente in cause pro-bono con natura di impegno civile.

Come mai secondo lei, il Partito democratico ha messo i bastoni fra le ruote alla candidatura sua e di Pisapia?
Non mi risulta che il Pd abbia propriamente ostacolato la candidatura di Giuliano Pisapia, che già era stata proposta prima dell’estate, né che abbia ostacolato la mia. Semplicemente, il gruppo dirigente locale del partito non ha saputo rinunciare al riflesso condizionato di volere “dare la linea” ai propri iscritti, esprimendo il proprio orientamento preventivo a favore di Stefano Boeri, non rendendosi conto che è contraddittorio indire le primarie per far scegliere il candidato agli elettori, e nello stesso tempo indicare a priori il “proprio” candidato, quasi che gli elettori fossero chiamati solo a ratificare una scelta già fatta. 


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