Nel numero di agosto/settembre di TopLegal Review la copertina è dedicata al ritorno del private equity. Con un 2015 che ha segnato un significativo incremento dell’attività di investimento, tornata ad attestarsi sui livelli precedenti alla crisi, i partner delle migliori insegne del settore tracciano i confini di un mercato caratterizzato da fee ridotte rispetto al passato e una maggiore predisposizione dei professionisti al procacciamento di affari.
Tra gli aspetti più salienti di scostamento rispetto al passato vi sono l’abolizione della tariffa oraria in favore di metodi tariffari più creativi, la previsione di abort fee e forti sconti in caso di mancata operazione. Molti i dubbi, invece, da parte dei fondi interpellati nei confronti della definizione di una success fee considerata inadeguata in un ambiente dove la contrattazione è fondamentale. Invariati i motivi di selezione dell’advisor: il primo driver resta il rapporto con il professionista di riferimento.
Largo spazio anche all’analisi dei dati relativi al numero di operazioni concluse, che mostra una forte attività da parte di Gattai Minoli Agostinelli, Nctm, Pedersoli e Lombardi Molinari Segni. Chiomenti guida, invece, la classifica di operazioni per valore. Marcata la presenza in classifica delle insegne italiane, con 12 posti occupati nelle prime 15 posizioni. Tra gli internazionali stabile la presenza di Latham & Watkins, mentre si affacciano Jones Day e Crowe Horwath.
Il tema
Il 2016 verrà ricordato dai giovani avvocati statunitensi come l’anno nel quale Cravath Swaine & Moore ha alzato l’asticella dei compensi dei propri associate a quota 180 mila dollari per il primo anno di collaborazione. Retribuzioni lontane anni luce da quelle degli studi operanti nel mercato italiano. La terza edizione dell’Associate Salary Survey, descrivendo la scomposta situazione retributiva degli associate italiani, fa emergere un malumore diffuso che va attribuito alla difficoltà degli studi di premiare le giovani leve, al sempre più limitato accesso alla partnership e allo scarso bilanciamento tra vita privata e professionale.
Corporate Counsel Awards e Corporate Counsel Forum
Tutti i vincitori della quarta edizione dei TopLegal Corporate Counsel Awards. Oltre 400 ospiti rappresentanti di aziende italiane e multinazionali - le più prestigiose del panorama finanziario, industriale e dei servizi - hanno celebrato le eccellenze aziendali italiane. Trentatré premi attribuiti alle direzioni legali interne considerate sempre più strategiche per il perseguimento degli obiettivi delle società. Diverse le novità della serata: introdotti per la prima volta i premi alle eccellenze legal e tax, direzione legale emergente, compliance manager e i premi dedicati alle industry.
La serata è stata preceduta dai Corporate Counsel Forum, all’interno dei quali sono stati presentati due temi di stringente attualità per le direzioni legali. In una prima tavola rotonda ci si è confrontati sulle opportunità e minacce che caratterizzano il processo di beauty contest. La seconda tavola rotonda, attraverso i casi di interesse riportati dai relatori, ha approfondito il ruolo delle direzioni legali come strumento di prevenzione e gestione del danno reputazionale.
Caso di studio
Finita la stagione della crescita, Dla Piper si prepara ad affrontare la sfida dell’istituzionalizzazione. Un cambio culturale basato su un modello a cavallo tra l'associazione professionale e l'azienda, con i due managing partner che hanno cercato di superare le tradizionali forme di strutturazione degli studi, individuando due diversi percorsi di carriera. Un percorso i cui frutti si vedranno solo nel medio-lungo termine e che punta alla standardizzazione della qualità e delle tariffe.
Su E-edicola è disponibile la versione integrale del numero.
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Pedersoli, Dla Piper, Advant NCTM, Latham & Watkins, Jones Day, Cravath, Swaine & Moore, Chiomenti, Molinari Agostinelli, Crowe, Gattai Minoli