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ONLINE IL REPORT SUL PENALE

Aumentano i comportamenti che generano una responsabilità penale e cresce il lavoro per i colletti bianchi. La dinamicità dei mandati si scontra con la staticità degli attori, che alla crescita interna preferiscono la specializzazione

04-02-2014

ONLINE IL REPORT SUL PENALE

Il rapporto sul Penale stilato dal Centro Studi TopLegal è disponibile online. Rispetto all’ultima ricerca pubblicata da TopLegal nel novembre 2012 sono emersi nuovi filoni, a cui a fatto però da contraltare una certa staticità degli specialisti del settore. 

Anzitutto, balza agli occhi il numero crescente di reati societari e fallimentari sfociati in bancarotte fraudolente per distrazione, per falsi in bilancio, per sistematica omissione del pagamento dei tributi e dei contributi assistenziali e previdenziali. Un caso su tutti, l’inchiesta Fonsai, che ha visto l’arresto dei Ligresti accusati di aggiotaggio e bancarotta. 

All’interno delle dinamiche societarie, poi, una normativa dal forte impatto per l’attività del penalista è stato il decreto legislativo 231 del 2001 che ha creato un nuovo ambito di consulenza penalistica specializzata e ha visto una continua implementazione da parte del legislatore dei reati-presupposto. Ciò ha potenziato il controllo degli organi inquirenti nei confronti dell’applicazione di tale normativa e, di conseguenza, implementato la mole di lavoro per i colletti bianchi laddove tale decreto non sia stato correttamente seguito.

Tra il 2012 e il 2013, però, a farla da padrone sono stati i reati fiscali. Mai come adesso la morsa del fisco sta colpendo i contribuenti, che, sempre più spesso danno luogo a una serie di azioni penalmente rilevanti: violazione del diritto di credito vantato da terzi, comportamenti finalizzati a creare riserve occulte o omesso versamento di tasse e contributi. Il caso Dolce & Gabbana, dibattuto per sette mesi da un intero plotone di penalisti e concluso con la condanna dei due stilisti a un anno e otto mesi e 500 mila euro di provvisionale, ne è un valido esempio. 

Rispetto all’ultima ricerca del Centro Studi non sono stati individuati movimenti significativi delle squadre; il mercato dei colletti bianchi, infatti, non è altro che una rete di piccole e grandi strutture consolidate e radicate, dalla salda tradizione e da una forte fedeltà al proprio ambito giurisprudenziale. Piuttosto che investire su nuovi ingressi, i penalisti hanno preferito puntare sulla specializzazione interna per far fronte a nuovi settori ad alto coefficiente tecnico su cui si è estesa la responsabilità penale. 

Nell’individuare tali specializzazioni, si mantiene stabile la tripartizione per settori adottata nell’ultima ricerca, dove il penale societario e commerciale, per la vasta gamma di reati e problematiche che include, continua a registrare il maggior numero di professionisti segnalati, seguito dal penale ambientale e finanziario. Quest’ultimo ha, al suo interno, una manciata di professionisti, "una nicchia", a detta del mercato, altamente specializzata nel penale tributario che avvalora il trend in ascesa dei reati fiscali. Trasversalmente, incombe la bipartizione per aree di attività, dove il singolo prevale sulla squadra. Qui, gli intervistati dal Centro Studi indicano, da un lato, quei penalisti maggiormente attivi in tribunale (sia in difesa che in dibattimento) e dall’altro, in misura minore ma crescente rispetto al 2012, i colletti bianchi ingaggiati per la consulenza preventiva e la pareristica.

Tutti i rapporti del Centro Studi per settori sono consultabili sul sito www.guidatoplegal.it


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