«Il nostro studio non nasce da un business plan su Excel». Una dichiarazione che è tutto un programma quella di Matteo Orsingher (in foto), name partner con Mario Ortu, della boutique specializzata in Ip-Tmt e Corporate finance.
Due aree di lavoro che a prima vista avrebbero poco in comune. E infatti se solo in qualche caso la presenza di entrambe si è rivelata un’arma decisiva per l’acquisizione di qualche committenza, in generale le due specializzazioni continuano a viaggiare su binari paralleli. «Se fossimo in Silicon Valley sarebbe diverso». In ogni caso, l’esperimento dello studio Orsingher Ortu, fondandosi sui legami personali tra i soci in grado di condividere una filosofia di lavoro (Orsingher e Ortu sono entrambi ex-soci di Freshfields) prima ancora che sulla complementarietà delle practice, non deve essere andato troppo male.
A otto anni dalla sua nascita per mano di Matteo Orsingher, oggi lo studio annovera altri sette partner (ultimo l’ingresso di Manfredi Leanza da Chiomenti di poche settimane fa a rinforzare l’area corporate) e circa 30 professionisti.
E i colloqui non si fermano. Respinti al mittente negli ultimi tempi alcuni corteggiamenti internazionali, Ortu dichiara di avere l’obiettivo di arrivare a una struttura di circa 50 professionisti, guardando in particolare al diritto del Lavoro e sviluppando il Regolamentare. Quest’ultimo è in odore di diventare una terza gamba determinante nel business dello studio, e ha già dato un importante contributo nelle vesti di Domenico Colella, entrato nel 2012 come resident partner della nascente sede capitolina dello studio.
Orsingher Ortu è uno dei «Casi di studio» del nuovo numero del TopLegal Review in uscita ad aprile.
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