Un'indagine condotta a livello internazionale da Osborne Clarke rileva che le aziende italiane sono consapevoli delle opportunità offerte dalla connettività di terza generazione. Lo studio, effettuato intervistando dirigenti e manager di 11 differenti paesi, evidenzia anche che costi, mancanza di competenze e sicurezza, sono i principali ostacoli che le imprese devono affrontare per cogliere le opportunità offerte dall’era della connettività.
Ma perché uno studio legale dovrebbe realizzare a livello internazionale una survey sul tema? Gianluigi Marino (in foto), partner di Osborne Clarke e componente del gruppo dedicato al settore digital business, intervistato da TopLegal, ha spiegato che con questa indagine, condotta insieme alla Intelligence Unit del The Economist, lo studio «ha cercato di individuare un fenomeno comune rispetto a tutti i settori, che potesse rappresentare un elemento di rottura e di cambio di passo».
Osborne Clarke, essendo un'insegna che sia a livello internazionale che locale si struttura per settori industriali, ha deciso quindi di studiare la connettività di nuova generazione nella convinzione che essa possa dare una forte accelerazione a tutti i settori. «Se alcune normative hanno un impatto in uno o alcuni settori, questa accelerazione tecnologica ha un impatto trasversale», afferma Marino. «Capire come questo sia percepito a livello nazionale e internazionale ci permette di proporre nuovi servizi legali e creare nuove opportunità di business», continua Marino, accennando ad alcune delle prossime sfide che dovranno affrontare le aziende in tema di connettività, come il 5G.
Secondo Marino, le novità che porterebbe il 5G sono diverse. Una su tutte: la maggiore facilità di produrre dati e informazioni: «Credo che la consapevolezza dei tesori sempre meno nascosti che le aziende hanno in casa sia cresciuta, ma non ha lo stesso tasso di crescita la comprensione di cosa farne e come sfruttarli appieno, sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista di rischio legale».
La sfida della connettività non riguarda poi solo i clienti, ma gli stessi studi legali. Per quanto riguarda lo stesso Osborne Clarke, esistono già strumenti che lo studio mette a disposizione dei professionisti e che permettono di lavorare ovunque senza soluzione di continuità con l’ufficio. Un esempio sono le piattaforme per gestire deal complessi o adempimenti amministrativi in molteplici giurisdizioni in modo da permettere al cliente il controllo delle informazioni, della progressione del lavoro, delle scadenze e dei costi. Inoltre, conclude Marino, «numerose altre novità sono in fase di studio per essere sempre più efficienti e migliorare la user experience di chi chiede servizi legali».
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