PARMALAT: ATTESA PER GLI EFFETTI DEL DECRETO ANTISCALATE

Tra gli avvocati al fianco di Lactalis spuntano anche i professionisti di Clifford Chance

24-03-2011

PARMALAT: ATTESA PER GLI EFFETTI DEL DECRETO ANTISCALATE

Il decreto antiscalate del Governo, provvedimento approvato ieri che prevede l’ampliamento da 120 a 180 giorni (dalla chiusura dei bilanci) del limite temporale per tenere le assemblee societarie non ha ancora prodotto risultati.

La norma è stata varata d’urgenza con lo scopo di creare un ostacolo ai francesi di Lactalis determinati a prendere il controllo di Parmalat proprio in occasione della prossima assemblea calendarizzata per i giorni 12, 13 e 14 aprile dove, appunto, dovrenno essere eletti i nuovi vertici aziendali.

Tuttavia, al momento, non risulta che il consiglio di amministrazione di Parmalt abbia deciso lo slittamento dell’assemblea (pare sia necessaria la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto) che dovrà rinnovare i vertici aziendali e che dopo lo shopping azionario degli ultimi giorni vede lanciata alla meta la lista presentata dai francesi, assistiti dallo studio d’Urso Gatti e Binachi e formata fra gli altri, da Franco Tatò (amministratore delegato in pectore), Antonio Sala, Marco Reboa e l’avvocato Francesco Gatti, che assieme al socio Andrea Bartolucci ha assistito Lactalis nella trattativa per l’acquisizione delle quote del gruppo di Collecchio dai fondi esteri.

Secondo quanto TopLegal è riuscito a ricostruire, anche i professionisti dello studio inglese Clifford Chance hanno avuto un ruolo decisivo nell’operazione strutturata da Lactalis. Il socio Lucio Bonavitacola, assieme all’associate Gioacchino Foti, hanno infatti assistito Société Générale nei contratti di equity swap attraverso cui sono stati acquisiti, in diverse tranche, titoli Pramalat pari a una partecipazione potenziale del 15% sommabile alla partecipazione diretta pari al 13,97%.

Sul fronte opposto, la cordata capeggiata da IntesaSanpaolo, e assistita da Antonio Pedersoli di Pedersoli e associati, che vorrebbe riconfermare Enrico Bondi alla guida del gruppo e tutelarne l’italianità, al momento conta solo sul 2,1% facente capo al Ca’ de Sass e sulla quota detenuta da Mediobanca (inferiore al 2%) a questo punto deve sperare che il cda sfrutti l’opportunità offerta dal legislatore e rinvii al giugno la data dell’assemblea.

In questo modo, la banca avrebbe a disposizione tempo prezioso per mettere assieme una cordata industriale e finanziaria capace di sostenere un’Opa (da più di 4,5 miliardi) sul gruppo o una campagna di rastrellamento di azioni che possa costringere Lactalis ad accetare una gestione condivisa e una spartizione equa delle poltrone in cda.

Il partner industriale che tutti invocano è il guppo Ferrero di Alba. La società della Nutella, nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a TopLegal, ha dato mandato per studiare il dossier Parmalat ai legali dello studio Grande Stevens, Michele Briamonte e Paolo Barozzi.

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