Il primo colpo a favore del board di Parmalat, nella lotta contro il gruppo francese Lactalis per il controllo della società, lo ha messo a segno presso il Tribunale di Parma Giuseppe Lombardi (in foto) name partner di Lombardi Molinari, con gli avvocati Lotario Dittrich, Stefano Nanni Costa, Pierdanilo Beltrami e Guido Cavaliere.
Con un provvedimento emesso venerdì, ma reso noto solo oggi, il giudice Renato Mari ha confermato la legittimità della scelta del Cda di Parmalat di rinviare la data dell'assemblea della società di due mesi, decisione impugnata dal gruppo di Bernier, che anche in questa partita, come nella scalata, è assistito da Francesco Gatti, dello studio d'Urso Gatti e Bianchi.
In un comunicato della società che viene rilasciato dopo la decisione del Tribunale di Parma Lactalis annuncia di non fermarsi e di essere "fiduciosa sugli sviluppi della vicenda. Continuerà a proporre il proprio piano di sviluppo industriale di lungo periodo, nella convinzione di agire nell'interesse di Parmalat, dei suoi dipendenti e dei suoi stakeholders".
Sul fronte italiano, invece, la cordata formata da Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit e Granarolo, fanno a meno della famiglia Ferrero, dopo che ha rinunciato a mettere sul piatto 1,4 mld euro di equity, cifra necessaria per il lancio di un'opa parziale a 2,5 euro sul 60% del capitale di Parmalat, a fronte di circa 1,2 mld di finanziamento messo a disposizione da Intesa Sanpaolo (attraverso BancaImi), Mediobanca e Unicredit, come esplicitato nella lettera inviata al cda di Parmalat che è servita come spunto per il rinvio dell'assemblea.
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