Luigi Zunino può tirare un (momentaneo) sospiro di sollievo. E con lui le banche creditrici, che a quanto pare non hanno intenzione di stare a guardare lo svolgersi di un fallimento che le toccherebbe troppo da vicino.
Ieri, infatti, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Bpm hanno incontrato Banca Leonardo – advisor finanziario del gruppo Risanamento – per trovare una soluzione al problema del bond convertibile da 220 milioni di euro emesso nel 2007 dal gruppo di Zunino, che rischiava di dover essere rimborsato anticipatamente (a metà di settembre prossimo anziché nel 2014) avvicinando inesorabilmente l'immobiliare al fallimento.
L'incontro si è svolto nello studio Lombardi Molinari e Associati. Gli avvocati Giuseppe Lombardi e Ugo Molinari assimene all'avvocato Giovanni Domenichini, dello studio Bonelli Erede Pappalardo, assistono Risanamento contro l'istanza di fallimento presentata dai Pm Roberto Pellicano e Laura Pedio. Ebbene, dopo l'incontro sembra che le banche, assistite invece da Giancarlo Castorino di MBL & partners (nella foto), abbiano deciso di garantire le obbligazioni fino alla loro naturale scadenza, il 2014 appunto.
Evidentemente, il piano di salvataggio rappresenta un tentativo comunque da farsi, secondo gli istituti di credito. Dalla fine di luglio – quando l'istanza di fallimento è stata presentata dai Pm – diversi passi sono stati compiuti verso il salvataggio, proprio grazie all'intervento delle banche: anzitutto, un immediato aumento di capitale per il gruppo; poi, le dimissioni dello stesso Zunino, rassegnate alla fine di luglio; infine, il nodo del bond da 220 milioni, la cui improvvisa scadenza sembra essere stata scongiurata, nonostante il valore dei titoli fosse calato del 61% rispetto all'emissione.
Il destino del bond convertibile era giudicato determinante, dai Pm: una volta presentata l'istanza di fallimento (il 16 luglio scorso) e trascorsi altri 60 giorni, gli obbligazionisti avrebbero potuto chiedere il rimborso anticipato delle obbligazioni, che in questo caso sarebbe dovuto avvenire a metà settembre. Problema che difficilmente Risanamento avrebbe potuto affrontare, soprattutto perché entro l'1 settembre la società immobiliare dovrà comunque depositare il piano definitivo di salvataggio, mentre il 22 dello stesso mese dovrà affrontare l'udienza vera e propria sul fallimento.
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