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Pavia e Ansaldo e Sticchi Damiani con Linkem vincono sul 5G

Il Consiglio di Stato ha ribaltato il giudizio di primo grado in materia di proroga dei diritti d’uso delle frequenze sino al 2029

30-03-2021

Pavia e Ansaldo e Sticchi Damiani con Linkem vincono sul 5G



Pavia e Ansaldo (TLIndex17) e Sticchi Damiani (TLIndex144) hanno ottenuto per Linkem tre importanti pronunce davanti al Consiglio di Stato, contro Vodafone, Iliad e Telecom Italia, in materia di proroga dei diritti d’uso sino al 2029 relativi alle frequenze utilizzabili con tecnologia 5G, così ribaltando le conclusioni in precedenza raggiunte dal Tar Lazio in primo grado.

Pavia e Ansaldo ha assistito Linkem con il socio Marco Giustiniani (in foto a sinistra), mentre Sticchi Damiani con il socio Saverio Sticchi Damiani (in foto a destra).

A seguito di distinti ricorsi proposti di Vodafone, Iliad e Telecom Italia, il Tar Lazio aveva annullato i provvedimenti adottati dal Ministero dello sviluppo economico e dall’Agcom con i quali era stata concessa a Linkem (e ad altri operatori del settore Tlc) la proroga dei diritti d’uso sulle bande di frequenza 3.4-3.6 GHz; in particolare, il Tar aveva ritenuto non congruo e, quindi, assoggettabile a consistente rivalutazione la quantificazione del contributo economico dovuto per la concessione stessa della proroga.

Le pronunce del Tar Lazio sono state appellate al Consiglio di Stato, il quale con sentenze nn. 2651, 2652 e 2656 del 29 marzo 2021, ha completamente ribaltato il giudizio di primo grado ritenendo al contrario che la proroga risulta adottata all’esito di un iter coerente, sia alla normativa vigente, sia alle regole predeterminate in sede di rilascio dell’originaria concessione, accompagnata da una motivazione approfondita, e ciò anche con riferimento alla determinazione dei contributi.

I giudizi richiamati riguardano anche gli altri operatori di Tlc (Fastweb, Go Internet e Mandarin) che avevano ottenuto le proroghe dei rispettivi diritti d’uso delle frequenze in banda 3.4-3.6 GHz contestate da Vodafone, Iliad e Telecom Italia e che avevano presentato separati appelli tutti accolti in pari data dal Consiglio di Stato.

Le sentenze del Consiglio di Stato rivestono una importanza che va oltre il caso concreto, in quanto l’effetto indiretto è quello di garantire sino al 2029 una maggiore concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni e, in particolare, nella delicata fase dello sviluppo della tecnologia 5G che così potrà essere condotto non solo da un numero esiguo di player, bensì da una più nutrita schiera di operatori, con indiscussi vantaggi competitivi a favore dell’utenza finale.


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