A circa centocinquanta metri di distanza dall’ingresso della nuova sede dello studio Grande Stevens a Milano, si trova il quartier generale dello studio Pedersoli. L'associazione milanese, in queste ore, sta ratificando l'arrivo degli ex soci dello studio Grande Stevens che hanno scelto di non far parte del nuovo corso impostato da Michele Briamonte e Cristina Grande Stevens (si veda l’articolo collegato, qui in basso).
Lasciano Grande Stevens gli avvocati Sergio Speranza, Mario Napoli (che è anche l’attuale presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Torino), Eugenio Barcellona, Antonella Valenti, Alessandro Tufani, Romano Valentini e Alberto Valfrè. Tutti e sette fanno il loro ingresso nella sede torinese dello studio Pedersoli in corso Marconi (si veda TopLegal n. 2/11 appena arrivato in edicola). Speranza sarà of counsel, mentre Barcellona e Napoli saranno equity partner. Il gruppo raggiunge Andrea Gandini (nella foto) e Marcello Magro, arrivati in Pedersoli da Grande Stevens a febbraio 2010 e seguiti a fine anno da un altro socio, Carlo Re.
Con quest’ultima operazione, lo studio Pedersoli completa l’acquisizione di un gruppo di professionisti che gli consentirà di poter avere un ruolo da protagonista sulla scena torinese. Lo studio, situato nell’edificio che un tempo fu sede della Fiat, avrà una forte e radicata anima torinese. Non solo perché tra i propri partner avrà il presidente dell’Ordine, ma soprattutto perché, di fatto, sarà costituito da un team che da anni segue alcune tra le più importanti realtà del territorio. L’ingresso più interessante sembra quello di Eugenio Barcellona, per anni ritenuto uno dei delfini (assieme a Gandini e Re) dell’avvocato Franzo Grande Stevens e dotato di buone entrature presso clienti di livello come Banca Sella, Campari e Angelini.
Come fanno sapere dallo studio Pedersoli, questa operazione non rappresenta soltanto un’espansione numerica. Lo studio conta di sviluppare ampie sinergie tra le due sedi per ampliare la propria capacità d’azione presso la clientela piemontese.
Il pensiero, però, vola immediatamente a Fiat e a Exor. La sensazione, infatti, è che le cose siano cambiate e che oggi, molto più che in passato, si tratti di clienti contendibili. Da Pedersoli, però, negano di avere mire specifiche e sottolineano l’ampio respiro dell’operazione posta in essere.
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