Multidisciplinarità, pragmaticità e focalizzazione sulla prevenzione e gestione del rischio. Sono tre le criticità dell’assistenza legale esterna nel penale d’impresa segnalate dai general counsel interpellati dal Centro Studi TopLegal in occasione della ricerca di settore che sarà pubblicata i primi di settembre.
Tallone d'Achille, le capacità non tecniche (soft skills). I responsabili legali delle imprese, soprattutto nelle multinazionali, lamentano scarse interazioni internazionali nel mondo delle boutique specializzate. «Sembra banale ma alcune boutique tradizionali non hanno una competenza nella lingua inglese che oggi è essenziale» ha detto a TopLegal un responsabile degli affari legali in Italia di una nota multinazionale del settore lusso.
Ai legali esterni, inoltre, è richiesto sempre più un approccio multisettoriale attraverso la costituzione di team specializzati. Un commissario straordinario di un’azienda operativa nel settore elettromeccanico ha suggerito di rafforzare l'integrazione fra i settori corporate e penale e di coordinare in modo più fluido il presidio della compliance (per esempio, 231) nella prospettiva dell'emersione di eventuali criticità. Tra i desiderata dei Gc che lavorano nel mondo dei fondi e private equity, una maggiore presenza dei consulenti legali esterni su tutta la parte di prevenzione, soprattutto nell’affiancamento alle attività di mappatura delle società in portafoglio.
Sono richiesti un po’ in tutti i settori industriali una conoscenza del mondo delle imprese e, soprattutto, un approccio pragmatico volto a trovare soluzioni praticabili piuttosto che a individuare i problemi. È opinione diffusa tra i responsabili dei dipartimenti legali delle aziende che il sistema penale in Italia faccia ancora molta fatica a comprendere il mondo delle imprese con le sue necessità. Oltre alla lentezza e farraginosità che ostacolano da sempre gli investimenti e aumentano l’incertezza sul futuro.
In questo contesto operativo, il consulente esterno dovrebbe possedere tre qualità imprescindibili: flessibilità, conoscenza delle attività della società cliente e consapevolezza dei rischi in capo ai delegati aziendali. Secondo i Gc sentiti da TopLegal, il penale societario continua a essere gestito dalle boutique in modo isolato e artigianale, con un'inappropriata separatezza organizzativa tra il presidio professionale della fase giudiziale e quella della fase ordinaria (compliance). La strada indicata è quella di una maggiore strutturazione dell’insegna, con un approccio multisettoriale che unisca all'expertise in ambito penale e processuale una consulenza sui vari fronti collegati ad altre discipline.