PER DI TOMMASO STUDI QUOTABILI ANCHE IN ITALIA... MA IN FUTURO

28-08-2008

PER DI TOMMASO STUDI QUOTABILI ANCHE IN ITALIA... MA IN FUTURO

In Australia è già realtà. Oltremanica, invece, le porte della Borsa si apriranno agli studi legali dal 2010, così come previsto dal Legal service bill. E in Italia? Mentre i vertici ordinistici della categoria liquidano con un sorriso e molti no comment l’ultima "deriva" della professione forense in salsa anglosassone, gli operatori del mondo della finanza italiana giudicano la strada della quotazione un cammino percorribile. Anche se, come dice a TopLegal il managing director della merchant bank La Compagnia Finanziaria, Stefano L. di Tommaso (nella foto), si tratta di uno scenario futuro.

Uno studio legale sarebbe quotabile?
Il mercato dei servizi è di sua natura molto redditizio. Guardando poi al mondo dei servizi legali, parliamo di qualcosa che è persino libera da una logica di commodity. Per cui direi che hanno delle reali potenzialità e che, tuttavia, queste resteranno insepresse fino a quando negli studi legali non raggiungeranno livelli dimensionali e di diversificazione geografica tipici di una realtà quotata, sino a quando non verranno introdotti sistemi di controllo di gestione e di verifica della qualità idonei a sostenere stabilmente la validità del relativo marchio. Insomma, il tema c’è, ma si tratta purtroppo di uno scenario futuro.

Considerata anche la estrema diversificazione del vostro lavoro, quanto è strategica nel ruolo di merchant bank la collaborazione con gli advisor legali?
Il partner legale è sempre più importante. La figura dell’avvocato sta diventando affine a quella di un consulente con il quale abbiamo bisogno di avere rapporti costanti. E questo è vero sia per noi sia per le altre parti che ci capita di incontrare attorno al tavolo di una trattativa: nessuno affronta più un’operazione di una certa consistenza senza ipropri avvocati al fianco.

Come avviene la scelta dell’advisor legale con cui decidete di lavorare?
Più che guardare il blasone, ovvero il nome di spicco della law firm, per noi è fondamentale sapere quali saranno i soci dello studio che lavoreranno veramente al nostro fianco. Tuttavia, in una logica di medio periodo, l’importanza del rapporto individuale dovrà cedere il passo al rapporto con la struttura. Credo sia un’evoluzione resa essenziale dall’aumento della dimensione delle law firms e dalla quantità di lavoro che si trovano a dover gestire.

A suo giudizio, cosa dovrebbe migliorare nel servizio offerto dagli studi?
Dovrebbero cercare di fornire un servizio più completo e adatto alle esigenze di un’istituzione come la nostra. La specializzazione è fondamentale e richiede una certa numerosità. Ma soprattutto credo che gli studi legali vedranno crescere la domanda di condivisione con il cliente del rischio di successo dell’operazione.


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