PER LAVORARE CON I SINDACI E' D'OBBLIGO LA PARCELLA CONTENUTA

Bandi di gara, albi e consulenze spot. I Comuni d'Italia, nell'assistenza legale, sono tutti uniti nella scelta del low cost. E gli avvocati (anche quelli delle law firm) si ageduano

07-06-2011

PER LAVORARE CON I SINDACI E' D'OBBLIGO LA PARCELLA CONTENUTA

Bravi, specializzati ma soprattutto low cost. Gli advisor legali selezionati dai Comuni devono avere le prerogative appena elencate, anche se, nelle modalità di selezione dei consulenti legali non c'è ancora omologazione tra gli enti locali e, a volte, sono proprio le amministrazioni più piccole ad essere le più innovative.
La scelta degli  avvocati è effettuata, sempre più spesso, tramite bandi di gara nei quali, oltre ad essere elencate le caratteristiche del professionista che si cerca, è sottolineato il compenso massimo dell'incarico affidato. Altro che dumping! Qui si parla di parcelle che nella maggior parte dei casi corrispondono (almeno in teoria) a qualche ora di lavoro dei partner delle law firm. Anche i più grandi studi legali, se vogliono operare a fianco dei Comuni d'Italia, infatti, devono scordarsi le tariffe orarie e le parcelle da capogiro per competere con studi locali.
Come nel caso di  Simmons & Simmons che, per esempio, ha ceduto alle logiche parsimoniose del Comune di Mirano, un centro di 27mila abitanti circa in provincia di Venezia, assistendolo nel ricorso al capo dello Stato promosso da due candidati esclusi dal concorso per istruttore direttivo, per la modica cifra di 1.650,00 euro (Iva e contributo Cpa compresi). Anche se, in quel caso, spiega il sindaco della ridente cittadina veneta, Roberto Cappelletto, «abbiamo scelto uno studio competente e non abbiamo tenuto conto della parcella, anche se non poteva di certo sforare il nostro budget». Mirano,  priva di un avvocato interno, ha previsto delle macro aree per settore con gli studi legali più competenti, che forniscono al Comune i servizi legali di cui ha bisogno e parcelle convenienti: «Nel 95% dei casi scegliamo sulla base del prezzo più basso», dice Cappelletto.
L’esigenza di risparmio è un vero e proprio obbligo. La manovra finanziaria della scorsa estate (D.L. 78/2010) ha imposto alle pubbliche aministrazioni un taglio dell’80% del budget per le spese per studi e consulenze.  «Per cui», nota Cappelletto», «quest'anno disponiamo solo di 300 euro».
Il Comune, da tre anni a questa parte, a detta del sindaco, «non perde una causa e abbiamo ridotto di un terzo le spese, con una media di 2.500 euro per ogni incarico e un totale di spese sostenute nel 2010 di circa 50mila euro».
In proporzione, comunque, Mirano spende in avvocati esterni più di Firenze, la cui politica, contrariamente al trend, è quella di fare quasi tutto internamente e affidare agli advisor esterni solo pratiche particolarmente delicate. «Lo scorso anno gli avvocati del Comune (8 in totale) hanno seguito 100 contenziosi nuovi e 350 pregressi», spiega Antonio Meola, segretario generale del Comune di Firenze. «Nel 2010 abbiamo speso circa 40mila euro per i due incarichi affidati all'esterno e 30mila per le varie domiciliazioni». I due incarichi citati dal Meola si riferiscono al processo per la strage di via dei Georgofili (attentato mafioso attribuito a Cosa Nostra, provocato nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993 e  in cui ci furono 5 morti e 48 feriti) in cui il Comune è assistito dall'avvocato  Danilo Ammannato di Firenze e al procedimento che riguarda il Project financing “Firenze mobilità” in cui il comune è seguito dall'avvocato Federico Bagattini. Nel 2011, inoltre, la città  ha dovuto dare incarico all'avvocato Tommaso Iaquinta di Milano, in riferimento alla questione dei derivati swap, per i quali è, inoltre, seguito dallo studio Gregory Rowcliffe Milners, presso l'Alta Corte di Giustizia di Londra.
Firenze non dispone di un albo dal quale attingere, di volta in volta, i consulenti legali, ma come spiega Meola: «Quando dobbiamo affidarci ad un legale esterno facciamo una verifica tra i migliori studi italiani accertandoci che non ci sia conflitto d'interessi».
Prassi,  invece, che si sta diffondendo sempre più, è quella per cui i comuni si costruiscano un albo e  selezionino da lì l'avvocato ad hoc per la circostanza. «Ci siamo dotati di un albo», conferma Ileana Musicò, segretario generale del comune di Monza,  «all'interno del quale ci sono avvocati e studi legali e dal quale scegliamo i nomi che di volta in volta assistono il Comune prevalentemente in materia di lavoro e diritto amministrativo. L'albo», spiega il segretario, «è stato introdotto da un anno per un principio di maggiore trasparenza e anche per indicare un tetto massimo di spesa, per cui, adesso, i legali sono tenuti a fornire un preventivo di spesa, cosa che prima non accadeva e in seguito a questo abbiamo avuto un netto risparmio».
Il comune di Monza  per gli avvocati esterni spende in media 200mila euro l'anno, mentre internamente dispone di 4 avvocati che  lavorano, prevalentemente, sul codice della strada e sull'edilizia.
Anche i comuni di Quartucciu (Cagliari), Grumo Nevano (Napoli), Piano di Sorrento (Napoli), Noviglio (Milano), Racalmuto (Agrigento), Margherita di Savoia (Barletta Andria Trani), per citarne solo alcuni, hanno creato un albo di avvocati dal quale attingere il legale necessario per le varie consulenze. In particolare, nel bando di iscrizione di Piana di Sorrento è specificato che, in riferimento alle tariffe, i legali che assisteranno il comune percepiranno il minimo tariffario meno il 10% in caso di vittoria, meno il 20% per le transazioni e meno il 30% in caso di soccombenza. In quello di Grumo Nevano, invece, si propone un tariffario che va dai 500 euro per le cause davanti al giudice di pace, ai 2mila per le vertenze in Corte d'Appello, Consiglio di Stato e Corte di Cassazione.
Ci sono comuni molto piccoli, che, invece, hanno promosso una selezione per affidare l'incarico di consulenza e assistenza legale, come nel caso di Altavilla Milicia, cittadina di quasi 7.000 abitanti in provincia di Palermo. «Abbiamo fatto le nostre valutazioni», spiega il sindaco Francesco Camarda, «e per noi risultava più conveniente fare una selezione per individuare un consulente esterno, non potendoci permettere un avvocato interno al Comune. Il bando», prosegue il sindaco, «prevedeva una serie di caratteristiche, tra cui l'esperienza presso la pubblica amministrazione. Infatti, ci sono molti civilisti con esperienza ma non tutti hanno lavorato a fianco di enti, cosa per noi fondamentale». Il Comune palermitano ha previsto, per il consulente scelto, l'avvocato Francesco Paolo Guagliardo, un compenso forfettario di 1.000 euro al mese, indipendentemente dalla mole di  consulenze e contenziosi da svolgere, con un contratto non di esclusiva, ma sempre garantendo l'assenza di conflitto d'interessi. Ad ogni modo, precisa Camarda, «nel caso in cui dovessimo avere a che fare con incarichi più complessi, discuteremmo del compenso ad hoc per quell'occasione».

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Gregory Row Cliffe Milners TommasoIaquinta, FedericoBagattini


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