PER VALENTINO IL FOTOVOLTAICO NON PASSA DI MODA

Affiancata dai legali di Dla Piper e da Banca Akros, la casa di moda ha avviato un investimeto per un tetto solare da 1 Mw

11-03-2011

PER VALENTINO IL FOTOVOLTAICO NON PASSA DI MODA


Lo studio legale Dla Piper ha assistito Banca Akros e Valentino Fashion Group nella negoziazione e sottoscrizione dei contratti di appalto, gestione e manutenzione di un impianto fotovoltaico di circa 1 Mw, in provincia di Vicenza, da realizzarsi a copertura di uno degli stabilimenti industriali del noto marchio.
Il progetto è stato seguito dal senior associate Matteo Mancinelli (in foto), dal partner Rodolfo Errore, responsabile del team di project finance in Italia, e dall'associate Celeste Mellone.
Il closing dell'operazione è avvenuto proprio a cavallo della presentazione del decreto Romani, per cui come precisa Mellone: «Abbiamo dovuto inserire, nel contratto, delle clausole che tutelassero il committente rispetto al rischio di modifica in peius dei livelli tariffari, sul presupposto dei quali, è stata avviata la negoziazione, prevedendo meccanismi di revisione dei corrispettivi al fine di ripristinare l'equilibrio tra le rispettive posizioni contrattuali».
Dla Piper ha agito su mandato di Bank Akros, soggetto incaricato della strutturazione dell'operazione per conto di Valentino Fashion Group assistendo quest'ultimo, insieme al responsabile degli affari legali,  Antonella Andrioli, nelle negoziazioni con Solon, in qualità di Epc Contractor. Per Banca Akros ha agito, in qualità di advisor, lo Special Situation team ed Energie Rinnovabili guidato dal dottor Antonio Cipollone.  «L'operazione, avviata qualche mese fa, è nata in un'ottica di fornire a Valentino fashion group un pacchetto completo», precisa Mancinelli. «Scopo dell'attività di Banca Akros», continua il senior associate,  «è proprio quello di invitare i private clients a investire nei pannelli fotovoltaici, ma tutto adesso è fermo in attesa di quello che accadrà».

L'operazione potrebbe costituire l'avvio di un trend che vede gruppi industriali diversificare il proprio mercato, puntando proprio sulla Green economy, ma tutto dipenderà dai successivi sviluppi, come dichiara Errore: «In questo contesto Valentino ha fatto una riflessione rispetto alla solidità del progetto e puntando sulla diversificazione del gruppo, questo vuol dire che il comparto delle energie rinnovabili non è limitato ai soli operatori del settore ma a tutti».

Il dipartimento dello studio ha seguito con molto interesse il dibattito innescatosi in questi giorni, cercando di tenere il termometro della situazione.

Errore ha analizzato la situazione ipotizzando possibili retroscena della presentazione del decreto Romani: «Il decreto potrebbe essere legato anche a  pressioni di Confindustria nei confronti del Governo. Il sistema degli incentivi, infatti, funziona non come molti hanno erroneamente creduto, con l'erogazione di soldi ma tramite la bolletta energetica. Si prevedeva per i cittadini un esborso di 3,5 miliardi l'anno per 10 anni», afferma Errore, che spiega, «ma l'energia elettrica è consumata soprattutto dalle industrie che con la crisi in corso non possono permettersi di sobbarcarsi un ulteriore costo. Di fatto, però, le industrie non hanno fatto un ragionamento oculato e gli è sfuggito che a fronte del costo degli incentivi ci sarebbe stato un indotto di 20 miliardi».
 
Il socio dello studio analizza, poi, le reazioni che il decreto ha causato nell'economia del settore:  «A causa del decreto, le banche che devono erogare i finanziamenti, non avendo certezza degli incentivi e quindi dei ritorni, avranno maggiori difficoltà a strutturare project finance. Il decreto ha creato danni notevoli. In questi giorni una società del settore che fattura 250 miliardi di euro ha  già ricevuto disdette di ordini. Hanno creato all'economia reale un vero danno», ma auspica che la situazione non precipiti,  «Io credo che a breve troveranno il modo per risolvere questo pasticcio e si affretteranno a pubblicare il nuovo conto energia, forse diminuendo del 10-20% gli incentivi e il settore ripartirà. Il mondo delle rinnovabili non si è fermato e continuerà a lavorare ripartendo da nuove regole, d'altra parte c'è da dire che gli impianti italiani erano i più cari d'Europa così come gli incentivi, adesso probabilmente  la leva finanziaria da 80/15 passerà a 75/25», poi conclude, «Bisogna ricordare che ci sono 1 milione e mezzo di persone nel settore. Non ci sarà la morte delle rinnovabili ma un ridimensionamento».


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Dla Piper RodolfoErrore, MatteoMancinelli, CelesteMellone Confindustria, Valentino Fashion Group, Solon Investments, Energie Rinnovabili Poggesi, Banca Akros


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