«È una sentenza particolarmente benvenuta». Esprime, ovviamente, soddisfazione Cristoforo Osti (nella foto) che ha seguito il caso Pfizer, per la decisione del Tar Lazio (scarica sotto il documento) che ha di fatto ribaltato una precedente condanna dell’Antitrust per abuso di posizione dominante. Ma la sentenza potrebbe essere benvenuta anche da altre multinazionali impegnate nella difesa dei brevetti, e non solo a livello italiano.
«L’applicazione di questo istituto – spiega Osti - alle pratiche brevettuali, da una parte, rappresenta, anche a livello dell’Unione Europea, l’ultima frontiera del diritto antitrust. Dall’altra, nei settori più avanzati, tale applicazione può di fatto determinare la possibilità di proteggere o meno una innovazione». Secondo il legale, la pronuncia del Tribunale amministrativo regionale (Presidente Piscitello, estensore Bottiglieri, componente Politi) «ristabilisce le ragioni del diritto».
Nella prima parte del provvedimento, il Tribunale ha stigmatizzato il rifiuto della proposta di impegni avanzata da Pfizer per chiudere il procedimento. Tale proposta, se accettata, avrebbe comportato una piena apertura del mercato, «ben oltre - sostiene Osti - quanto Pfizer sarebbe stata tenuta a fare. È lo stesso Tribunale a giudicare “incomprensibile” il rigetto e a sottolinearne “l’acritico appiattimento sulle posizioni dei genericisti intervenuti nel procedimento”».
Nel merito, l’Antitrust aveva sostenuto che la richiesta di un brevetto divisionale con l’effetto di consolidare la durata della protezione brevettuale, nonché la partecipazione a un contenzioso per difendersi dagli attacchi dei genericisti, avesse rappresentato un abuso di posizione dominante da parte di Pfizer. In materia il Tribunale «ha risposto – riprende l’avvocato - affermando un principio fondamentale: non può esservi abuso laddove il comportamento dell’impresa in presunta posizione dominante è pienamente lecito e legittimo sotto il profilo amministrativo (pratiche brevettuali) e giudiziario (contenzioso), se non, eccezionalmente, laddove quel comportamento presenti un quid pluris che solo ne determina l’illiceità. Tale fattore aggiuntivo è rappresentato, nel precedente Ue del caso AstraZeneca, dal ricorso a pratiche potenzialmente ingannevoli e dall’uso strumentale di un proprio diritto, senza ritrarne utilità alcuna, al solo fine di ledere i concorrenti».
Nel caso di specie, viceversa, il Tribunale ha ritenuto legittime le pratiche brevettuali di Pfizer.
Pfizer è stata assitita dal professor Osti (nella foto) e da Alessandra Prastaro, counsel, di Clifford Chance. Per i profili di diritto costituzionale ci si è valsi della collaborazione del professor Massimo Luciani dell'omonimo studio; per quelli di diritto amministrativo del professor Aristide Police di Clifford Chance e per quelli di diritto brevettuale di Annamaria Stein dello Studio Franzosi. La difesa è stata coordinata internamente da Tanya Jaeger de Foras, Assistant General Counsel Pfizer ed Executive Legal Director Pfizer Italia e da Vittorio Bonini, Senior Legal Affairs Advisor Pfizer Italia.
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