FATTURATI 2012

PICCHIATA (IN)UTILE

01-07-2013

PICCHIATA (IN)UTILE

Di seguito una breve introduzione ai dati della ricerca.
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Non è sui volu­mi che si gioca la crescita di un’insegna. Ma sulla ricerca della massima efficienza nel rapporto tra ricavi e utili (mar­ginalità) e tra professionisti ed equity partner (leva). Una for­mula difficile da trovare, come dimostrano i risultati finanzia­ri ottenuti nel 2012 dai primi 100 studi legali nazionali.

Dalla classifica generale emerge un quadro a tinte fo­sche per il settore legale tri­colore che, costernato dalla crisi che ha travolto il sistema Paese, è entrato in piena fase recessiva. Stando alle stime elaborate dal Centro Studi TopLegal, i primi 100 studi italiani nel 2012 hanno com­plessivamente prodotto 1,779 miliardi di euro di fatturato, facendo segnare una flessione dello 0,6% rispetto al valore del 2011 (1,79 miliardi).

Un ri­sultato paradossale se si con­sidera che nel 2012 la squadra di partner equity degli studi è cresciuta per il quinto eser­cizio consecutivo, arrivan­do a quota 1.153. Cosa che, in un mercato più efficiente, si sarebbe dovuta tradurre in un esponenziale aumento dei ricavi. Invece, nel corso dell’ultimo anno il tasso pre­stazionale dei soci, vale a dire i ricavi generati da ogni equi­ty, ha raggiunto i suoi minimi storici (1,54 milioni).


Al contrario, i ricavi pro ca­pite per professionista (0,33 milioni) sono rimasti invaria­ti, a dispetto di una drastica riduzione delle squadre. Infat­ti, mentre la compagine equi­ty si allarga (+2,4% rispetto al 2011), il numero complessivo dei professionisti diminuisce dello 0,3% rispetto al 2011. L’equilibrio di leva cambia più drasticamente se si analizzano le trasformazioni avvenute in seno ai maggiori 25 studi della classifica nell’arco temporale di un lustro: con la riduzione delle squadre del 20%, la leva è passata da una relazione di 1: 6,2 a 1: 4,6 (-26%). Ma que­sti cambiamenti strutturali – per molti studi ancora in atto – che stanno portando a una vera e propria ristrutturazio­ne delle insegne sul lato costi, non hanno frenato il calo degli utili, diminuito del -0,2% ri­spetto al 2011. Con effetti ine­vitabili sul profit per partner, sceso del -2,6%.

Al di là dei singoli tenta­tivi di riposizionamento, la crisi ha colpito in maniera trasversale la maggior parte degli studi della TL100, che costituiscono – salvo ecce­zioni eclatanti come Dewey & LeBoeuf, insegna implosa nel corso del 2012 – un paniere pressoché costante nell’ulti­mo quinquennio. Significa­tivo in tal senso, il risultato finanziario delle tre corazzate del mercato legale – Bonelli Erede Pappalardo, Chiomenti e Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners – che da sole controllano il 20% del fattura­to globale con 358 milioni di euro. Pur confermandosi sulla vetta della classifica, i tre big segnano per la prima volta una flessione tanto sul fronte dei ricavi (complessivamen­te sceso del 2,6%) quanto su quello degli utili (-8,8%). Se si allarga il raggio d’osservazio­ne ai primi 25 studi, quelli che da soli controllano il 62,2% del fatturato (1,107 miliardi di euro), nel 2012 si registra un decremento dello 0,5%.


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