È stata resa nota alle ore 15 di oggi la decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas), in merito all'appello di Oscar Pistorius contro la Federazione internazionale di atletica, che aveva vietato all'atleta sudafricano, amputato di entrambe le gambe, la possibilità di scendere in pista nelle competizioni destinate ai velocisti normodotati.
La sentenza del Tas ribalta la decisione della federazione e permette a Pistorius di accedere a tutte le competizioni, lasciando uno spiraglio aperto sulla sua partecipazione ai Giochi olimpici di Pechino 2008.
Nel ricorso, Pistorius è stato assistito da un team internazionale dello studio americano Dewey & LeBoeuf, guidato dai parntner Marco Consonni, Bruno Gattai (in foto), Jeffrey Kessler, David Feher.
È stato lo stesso Consonni ad annunciare la decisione degli arbitri del Tas Martin Hunte, David W. Rivkin e Jean Philippe Rochat durante la conferenza stampa.
«Siamo molto soddisfatti del provvedimento», ha spiegato l'avvocato, «gli arbitri hanno colto le nostre obiezioni e hanno sostenuto che l'ipotetico vantaggio della protesi va valutato nel complesso della situazione dell'atleta».
Bruno Gattai, managing partner dello studio Dewey & LeBoeuf in Italia, ha sottolineato che «la decisione riguarda in modo esclusivo pistorius e le protesi con cui corre oggi e non è escluso che in futuro si potranno fare ulteriori analisi».
Il caso Pistorius era scoppiato lo scorso 13 gennaio, quando il consiglio della Federazione atletica internazionale aveva respinto la richiesta dell'atleta di competere per un posto a Pechino, sostenendo che «un atleta che usa le protesi ha un vantaggio meccanico».
L'assistenza legale prestata dagli avvocati di Dewey & LeBoeuf è rientrata nell'attività pro bono svolta dalla firm.
In seguito alla decisione che lo ha visto vincente, Pistorius ha ringraziato i legali che lo hanno seguito costantemente negli ultimi mesi, sottolineando la loro professionalità e condividendo con loro la sua vittoria personale.
