Stop al download di riviste dal sito italiashare.info e da tutti gli altri futuri siti “alias”, vale a dire quei siti che potranno avere domini - sia di primo che di secondo livello - con nomi sempre diversi, pur riportando alla stessa violazione.
Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, che con l’ordinanza del 12/4/2018 riconosce i diritti dei magazine del gruppo Mondadori, fino a quel momento disponibili illegalmente sul sito italiashare.info.
Nell'ambito del contenzioso, il gruppo Mondadori è stato assistito da Previti con Alessandro La Rosa.
La disputa rientra tra le attività portate avanti dal gruppo Mondadori nell’ambito del progetto antipirateria web che vede il coinvolgimento del legale interno Sabrina Ciccolo, nonché la collaborazione con la società DcP (Digital Content Protection), con lo studio Previti e, sul fronte penale, con Paolo Liedholm e Matteo Uslenghi, partner di Dinoia Federico Pelanda Uslenghi.
Con la più recente pronuncia non sarà più necessario l’intervento del giudice per estendere le inibitorie a tutti quei siti alias di italiashare, il cui filo conduttore riporta a un unico piano preordinato dal portale pirata.
A conferma dei principi espressi dalla c.d. direttiva Enforcement a tutela del diritto d’autore, recentemente oggetto di apposita comunicazione della Commissione Europea, la decisione italiana riprende i principi consolidati della giurisprudenza comunitaria sul ruolo degli operatori economici e ribadisce come tali soggetti siano ritenuti intermediari quando prestano un servizio per violare diritti di proprietà intellettuale, e quindi, obbligati ad attivarsi.
La rilevanza della decisione ottenuta dal gruppo Mondadori a tutela dei propri magazine è data dal fatto che la pronuncia relativa al sito italiashare.info è espressamente estesa a tutti i futuri nomi di dominio che dovessero mutare non solo il top level domain (ad esempio da .net a .org) ma anche il second level domain, ad es. da “italiashare” o, a “qualsiasi nome a dominio” futuro.
Sarà sufficiente quindi una segnalazione da parte della casa editrice agli Isp che, pur non essendo direttamente responsabili della violazione, si dovranno prontamente attivare per impedire l’accesso ai futuri siti “alias” segnalati, adottando “le più opportune misure tecniche” per cessare la connettività agli alias pirata. Ogni giorno di ritardo nell’attivazione sarà sanzionato con 5.000 euro.
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