Private equity, 6 miliardi di dollari dirottati in Cina

Cresce l’interesse dei fondi di private equity in Cina. Nei soli primi nove mesi dell’anno, gli investimenti totali che hanno varcato la Grande Muraglia sono stati pari a 6 miliardi di dollari. A conferma di un fenomeno che non solo è in crescita ma che è destinato a diventare sempre più ampio. Di questo si è parlato oggi nel convegno organizzato da Deloitte e AIFI del titolo «Private Equty in Cina: fenomeno recente ma in costante crescita». «Il nostro italian desk», dichiara Nicola Serra (nella foto), responsabile dell’italian desk di Deloitte in Cina, «è nato allo scopo di dare assistenza alle imprese italiane che volessero investire in Cina. Ora stiamo estendendo questo servizio anche ai fondi di private equity, cercando di assisterli nelle strategie di investimento». Storicamente le operazioni condotte dai fondi di private equity in Cina sono state per lo più di venture capital e, in quest’ambito, nel settore dell’information technology. «Oggi i fondi sono sempre più interessati ad operazioni di buy out e di investimenti finalizzati alla quotazione in Borsa» continua Serra. A livello settoriale, gli investimenti si stanno dirigendo comunque anche verso settori tradizionali e non soltanto tecnologici, come il real estate e i servizi finanziari. Tra le realtà italiane che vantano una presenza diretta in Cina, Natexis Cape Sgr, la società fondata e presieduta da Simone Cimino che si prepara a investire direttamente nelle società cinesi. «Attraverso il nostro nuovo fondo Cape Natexis 2» ha dichiarato Cimino, «avremo la possibilità di destinare il 10% delle risorse a investimenti diretti in società cinesi, effettuando quindi operazioni senza il tramite delle società già presenti nel nostro portafoglio. Potremo inoltre avviare la fase pre-Ipo di Icos Impianti, società del gruppo Arkimedica».