Non più soltanto esperienza e competenza. O almeno, non solo. I clienti necessitano di innovazione e best practice per muoversi nell’attuale contesto competitivo. Lo scenario si caratterizza per il forte connubio tra novità normative e tecnologiche, istanze sociali ed economiche, come quelle legate ai nuovi lavori e i nuovi modi di stare sul posto di lavoro. Tutto questo, come mette in luce la ricerca del Centro Studi effettuata interpellando gli stessi clienti, sta cambiando l’approccio stesso al diritto del lavoro con significativi risvolti sulle attività dei giuslavoristi.
Emerge quindi la fotografia di un forte presidio da parte di quelle insegne in grado di fornire una consulenza di qualità, trasversale, strategica e preventiva. Non solo boutique, che riescono a ritagliarsi un posizionamento competitivo sul mercato, ma anche studi full service italiani capaci di associare specializzazioni lavoristiche con altri aspetti del diritto e creare sinergie tra le practice. Allo stesso tempo, è bene sottolineare che alcune realtà internazionali hanno saputo approfittare della loro maggiore propensione all’innovazione per rispondere alle esigenze del mercato. Così come non va sottovalutato che i clienti premiano chi punta su nuovi temi, trovando così un punto di entrata originale in un mercato da sempre definito consolidato e saturo.
La domanda sempre elevata
L’insieme di riforme legislative e le conseguenti incertezze giurisprudenziali mantengono alta la domanda di assistenza nel diritto del lavoro. E rendono imprescindibile il supporto di specialisti qualificati e con attenzione costante all’aggiornamento professionale.
Si conferma, come già registrato nelle ricerche precedenti sul settore elaborate da TopLegal, la rilevanza nel settore dell’assistenza stragiudiziale e un sempre maggiore interesse nella consulenza continuativa e consulenziale. In particolare, i clienti coinvolgono il consulente nelle decisioni strategiche aziendali e nella loro implementazione pratica. E prediligono con frequenza crescente, piuttosto che soluzioni in via giudiziale, il riscorso agli strumenti per la definizione transattiva delle potenziali controversie.
Se le riforme normative portate dalla legge Fornero, dal Jobs Act e, da ultimo, dal decreto Dignità nonché i mutevoli orientamenti giurisprudenziali, hanno portato a una stratificazione della normativa con una conseguente complessità della stessa, le novità legate alla privacy e all’utilizzo delle nuove tecnologie durante il rapporto di lavoro hanno ampliato l’area di opportunità per i giuslavoristi. Rimangono comunque ben saldi, nell’attività operativa dei consulenti, i temi storici per tutte le stagioni: contenzioso fisiologico per procedimenti e licenziamenti disciplinari individuali nonché i contratti di assunzione. Gli incarichi di maggior peso si trovano chiaramente ancora su alcune attività tradizionali: le grandi operazioni; le riorganizzazioni aziendali legate a cessioni o acquisizioni di aziende; i licenziamenti collettivi; la cassa integrazione; i contratti di solidarietà e le varie attività sindacali a forte impatto e nei cambi di concessione dei servizi pubblici. A questi si aggiunge, nella già citata ottica dell’accresciuta attività di consulenza, il supporto nelle aree relative alle nuove modalità della prestazione lavorativa e alle nuove dinamiche del mondo del lavoro (welfare, smartworking, controllo dei dipendenti in relazione alle nuove tecnologie, privacy e regolamento Ue Gdpr). Da queste dinamiche deriva inoltre una crescita nella domanda di consulenza capace di mettere in campo competenze integrate. I mandati giuslavoristici più innovativi e sofisticati, infatti, richiedono una sinergia con l’expertise di altri settori e quindi una convergenza tra practice.
L’offerta legale
I dati raccolti dalla ricerca TopLegal mostrano che la domanda premia gli studi che, oltre ad essere fornitori di servizi, sanno porsi sul mercato come partner strategici, creativi e specializzati. Le aziende cercano chiarezza e soluzioni pratiche per far fronte a un contesto incerto e confuso. E vedono nel consulente una figura chiave del business, capace di un servizio approfondito focalizzato sia su aspetti prettamente tecnico-giuridici sia su quelli commerciali. Il cliente, infatti, è sempre più propenso a rivolgersi a un unico studio che sia in grado di offrire assistenza su più fronti e su più tematiche. E che sappia cogliere le opportunità di crescita per la singola azienda. Se da una parte l’analisi mostra che la fetta di mercato riesce a crescere grazie all’efficienza e alla specializzazione dell’insegna, rimane un fattore importante per lo sviluppo della clientela la fidelizzazione che i professionisti riescono a creare. Ne consegue un’ulteriore conferma della polarizzazione già nota del settore. Da un lato emergono i grandi studi (sia italiani che internazionali) con un approccio vicino alle logiche aziendali in termini di organizzazione interna e capacità di mettere in campo le proprie eccellenze e le squadre riconosciute sul mercato. Dall’altro, gli studi meno strutturati, ma altamente specializzati, in grado di fornire assistenza qualificata fidelizzando il cliente attraverso un rapporto diretto con il partner.
L'articolo completo con la ricerca Lavoro del Centro Studi di TopLegal è disponibile su E-edicola nel numero di TopLegal Review di agosto-settembre. La ricerca può essere anche consultata nella sezione Guida del sito TopLegal.