«La testimone chiave del Comune nel processo sui derivati è franata». Commentando la seduta di ieri a Palazzo di Giustizia, non ha dubbi Fabio Cagnola dello studio Bana, difensore di Ubs, una delle banche coinvolte nel processo per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano, che vede coinvolte fra gli imputati Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs e JpMorgan, 11 funzionari bancari, l'ex city manager di Palazzo Marino e un suo consulente.
Ieri Giuseppe Iannaccone, difensore di due funzionari di Deutsche Bank, ha dato il via al controesame della prima testimone di Palazzo Marino, Angela Casiraghi, ex responsabile del servizio finanziario del Comune. «Dalle sue risposte», continua Cagnola «è emerso che la signora Casiraghi non era certa di aver letto le mail in cui venivano descritti i dettagli di uno dei contratti sottoscritti (nel 2005 ndr) con i particolari del deal».
Altro punto molto dibattuto in aula è stato lo scambio di mail del 22 giugno 2005, avvenuto tra gli avvocati delle banche (Allen & Overy) e quelli del Comune (Chiomenti), in cui i primi mettevano in evidenza i rischi dell'operazione con tutti i dettagli, mentre i secondi suggerivano di adottare formule più generiche e sintetiche. «La responsabilità di questa leggerezza è ancora da chiarire», commenta Cagnola. «Sta di fatto che tutti questi dettagli – non riferiti al Consiglio comunale – sono stati trasferiti dalle banche agli organi tecnici del Comune, la comunicazione è stata fedele in tutte le sue caratteristiche e ciò dimostra che non c'è stata truffa», secondo il difensore di Ubs.
Il controesame della teste Casiraghi continuerà mercoledì prossimo. I legali della banche hanno fatto fronte comune e deciso di puntare ognuno su alcuni aspetti della vicenda.
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