Osservare attentamente lo sviluppo interno e la crescita esterna. Guardare al futuro e riflettere sulle strategie a medio e lungo termine per scandire il ritmo del progresso di una law firm. Sono questi alcuni dei compiti affidati a un senior partner. Compiti non semplici, che richiedono lo sforzo di trovare il delicato equilibrio tra assetto organizzativo e modello di business. TopLegal ne ha parlato in un'approfondita intervista con Alessandro De Nicola (in foto) di Orrick, eletto senior partner dell'anno nel corso dei TopLegal Awards 2018. De Nicola, attualmente impegnato in un Mba all’Università di Cambridge proprio per affinare la capacità di pensare in termini sempre più strategici, ha delineato alcune sfide per il futuro.
Forte di una storia incardinata nella Silicon Valley, lo studio anche in Italia sta portando avanti un importante investimento in ambito tech, studiando soluzioni tecnologiche (intelligenza artificiale e machine learning su tutte) in grado di migliorare l’attività di assistenza ai clienti e investendo nel campo della legal tech innovation a supporto dei professionisti. Ma non solo. L'insegna da qualche giorno ha costituito e lanciato a livello globale un corporate venture fund che prevede un programma d’investimento in start-up tecnologiche in tutto il mondo che sviluppano prodotti e programmi per il settore legale. Mentre in Italia è stato partner del progetto “Le Village – Milano” del gruppo Crédit Agricole, primo hub italiano dell’innovazione in cui convivono startup, imprese, abilitatori pubblici e privati, la cui presentazione ufficiale è avvenuta ieri, 5 dicembre, negli spazi in Corso di Porta Romana 61.
Avvocato De Nicola, due battute su “Le Village”. Come e perché nasce questa partnership con Crédit Agricole?
“Le Village by Crédit Agricole - Milano” è un progetto innovativo nato in Francia che ha come obiettivo quello di accelerare le iniziative imprenditoriali delle giovani realtà. Orrick ha contribuito al lancio del primo Innovation Hub italiano, con una importante partnership strategica. La struttura milanese di Le Village ospiterà dalle 40 alle 50 startup per 200 postazioni di lavoro (co-working o uffici singoli) con un’offerta di servizi che va dall’accelerazione (mentoring, programmi di formazione e matching con corporate), al fundraising attraverso il networking con investitori e aziende corporate, fino al supporto all’internazionalizzazione e corporate innovation.
Orrick ha scelto di collaborare con Le Village poiché si tratta di un’iniziativa unica ed innovativa in Italia nel settore technology, uno dei principali core business della firm. Attraverso il sostegno nella promozione di servizi, percorsi formativi ed eventi dedicati al mondo tech, Orrick ambisce a favorire lo sviluppo di una vivace rete di interazione tra realtà startup innovative ed emergenti e venture capital.
Scegliere gli investimenti più coerenti con la strategia dello studio rientra senz'altro nei compiti di un senior partner. Quali altri compiti rientrano nel ruolo?
Dopo aver aperto le sedi Orrick in Italia nel 2003 con il ruolo di managing partner e aver guidato lo studio fino al 2011, ho assunto il ruolo di senior partner, insieme ad altri incarichi molto impegnativi come responsabile europeo del Corporate fino al 2016 e poi componente del board mondiale dove sono uno dei 2 europei presenti.
Il senior partner è l’equivalente, in termini societari, del chairman dello studio e nel caso di Orrick si è deciso di affidargli anche la supervisione del marketing e del business development. Ci si aspetta inoltre che abbia una funzione determinante e decisiva, che osservi attentamente lo sviluppo interno e la crescita esterna, che guardi al futuro e rifletta sulle strategie a medio e lungo termine. Il ritmo del progresso di una law firm è piuttosto legato alle capacità dei senior partner di individuare soluzioni e coadiuvare i colleghi nello sviluppare competenze e condividerle e allo stesso tempo impegnarsi nel mantenere un buon equilibrio tra l’assetto organizzativo e il modello di business. In tal senso, l’Mba che sto seguendo all’Università di Cambridge mi sta aiutando a pensare in termini sempre più strategici.
Come da voi stessi dichiarato, è stato un anno record da un punto di vista di risultati economici. Quali scelte manageriali si sono dimostrate le più lungimiranti?
Dopo il 2017, anno record che ha visto la miglior performance di Orrick in Italia di sempre, anche il 2018 sta per chiudersi in maniera molto positiva, sia a livello internazionale, sia a livello italiano. Per la prima volta nella storia dello studio, i nostri ricavi globali dovrebbero eccedere l’importo complessivo di 1 miliardo di dollari. Gli uffici italiani hanno consolidato e ulteriormente incrementato il risultato 2017, il che ci rende particolarmente soddisfatti. Le capacità manageriali e decisionali dei nostri professionisti, in particolar modo di Patrizio Messina, il nostro eccellente managing partner che mi ha preceduto nell’ottenere un prestigioso Mba e con il quale abbiamo un rapporto di profonda amicizia, l’abilità di individuare e anticipare le opportunità di business nel mercato e cogliere nuovi filoni di attività, insieme alle doti relazionali e al sistema di remunerazione ed incentivazione in linea con il mercato hanno contribuito ad accrescere anno dopo anno la nostra posizione tra i leader del settore. I più grandi gruppi multinazionali si rivolgono a noi sapendo di poter contare non solo su una solida esperienza maturata nel corso degli anni ma anche su un approccio innovativo, in parte dovuto all’appartenenza a un network internazionale.
Su cosa ha investito lo studio nel 2018 in termini di struttura, tecnologia, nuovi servizi?
La prima azione del 2018 è stata quella di costituire il comitato scientifico delle sedi italiane che vede tra i membri Carlo Cottarelli e Giampaolo Galli. Scelta apprezzata e condivisa dai nostri clienti che periodicamente riuniamo per confrontarci sui temi economico-finanziari più dibattuti nel nostro Paese.
Inoltre, abbiamo ampliato negli ultimi mesi alcune importanti competenze dello studio come il dipartimento di Antitrust & Competition accogliendo il partner Pietro Merlino a cui abbiamo affidato la guida della practice italiana; è stato rafforzato il dipartimento di diritto del lavoro grazie all’ingresso dell’of counsel Mario Scofferi e ci siamo impegnati in prima linea nell’analisi della direttiva in materia di Gdpr affiancando al nostro team importanti figure di riferimento istituzionali come il professor Francesco Pizzetti, garante della Privacy per 7 anni e oggi nostro special counsel.
In ambito Tech abbiamo appena costituito da qualche giorno e lanciato a livello globale un corporate venture fund che prevede un programma d’investimento in start-up tecnologiche in tutto il mondo che sviluppano prodotti e programmi per il settore legale. Oltre a partecipare come finanziatrice, la firm sarà anche il “cliente beta” per testare quanto prodotto e affinarlo prima di immettere la versione finale sul mercato.
In Italia abbiamo inoltre sostenuto in partnership diversi progetti a favore delle startup. Tra le varie, segnaliamo le partnership con: 1) il gruppo Crédit Agricole, con cui stiamo collaborando per lo sviluppo del progetto “Le Village – Milano”, primo hub italiano dell’innovazione in cui convivono startup, imprese, abilitatori pubblici e privati; 2) Open Italy: un progetto Elis a sostegno delle relazioni tra startup e large corporate; 3) Crédit Agricole Indosuez, con il progetto Tech “L(a)unch the StartUp”, una serie di eventi dedicati a networking e funding per le StartUp; e 4) ScaleIT, l’evento piattaforma per l’incontro fra i venture capital e le migliori scaleup italiane e di Spagna, Grecia, Bulgaria e nazioni balcaniche. Siamo e vogliamo continuare ad essere lo studio leader nell’innovazione e nel settore tech.
Quali evoluzioni intravede per gli studi legali del futuro?
L’investimento nel campo legal tech innovation a supporto dei professionisti è la sfida più imminente e il conseguente sviluppo di servizi in materia, per rendere sempre più efficace, rapida ed efficiente la consulenza che i clienti richiedono, è un’attività della quale non si può più fare a meno.
Quali le direttrici future per soddisfare le esigenze dei clienti e per perseguire l’innovazione di servizio?
Guardando alle nostre sfide future, stiamo investendo molto - con il supporto dei colleghi d’oltreoceano – nello studio di soluzioni tecnologiche (intelligenza artificiale e machine learning su tutte) in grado di migliorare l’attività di assistenza ai nostri clienti e rendere maggiormente efficiente la gestione di ciascun progetto. Abbiamo inoltre ideato, progettato e realizzato in Italia strumenti che utilizziamo da tempo con alcuni clienti sempre nell’ottica di agevolare e snellire l’assistenza con il conseguente risparmio a favore del cliente dei costi di consulenza, quali: O-Whistle, Legal2Manage e Easy2check.
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