«La vita è corta. Divorzia!». Lo slogan lascia attoniti. Le immagini anche, visto che ai lati di questo claim lanciato a caratteri cubitali su un cartellone per strada, ci sono due mezzi busti alquanto discinti (un uomo e una donna, così da non scontentare nessuno). E lo stupore aumenta quando si apprende che oggetto della campagna pubblicitaria sono i servizi di uno studio legale. Si tratta della boutique di Chicago (Illinois, Usa) Fetman, Garland & Associates Ltd.
L'iniziativa fa girare la testa ai passanti. In senso letterale. I giornali locali titolano: La famiglia sotto attacco, uno studio incita alle separazioni.
Ecco, come è lontana l'America! Qui in Italia, probabilmente, si discuterebbe del degrado in cui è piombata la professione. Ma tant'è, l'effetto mediatico è dirompente. E così, Corri D. Fetman (nella foto con alle spalle il cartellone pubblicitario), avvocatessa, presidente e fondatrice dello studio (www.fgalawfirm.com) ha ottenuto un primo risultato: far parlare di sè.
Per non lasciare nulla al caso, la Fetman ha scelto di piazzare il cartellone pubblicitario nel bel mezzo di quello che gli abitanti di Chicago chiamano il "Triangolo del Viagra": vale a dire il quartiere dove, per usare le parole dell'avvocatessa, «gli adulti scappano dalla realtà».
«La pubblicità tradizionale degli studi legali», aggiunge Fetman, «è noiosa. La nostra campagna, invece, descrive ciò in cui noi crediamo fermamente: che ognuno merita di essere felice e quindi che la vita è troppo breve per rimanere imprigionati in un matrimonio triste».
Certo, immaginare (come molti da mesi dicono) che questo è il futuro a cui il decreto Bersani ha condannato la categoria è eccessivo. Infondo noi italiani abbiamo più stile. Ma la domanda per i legali dell'Illinois è quasi scontata: se dopo il divorzio non ci saranno pizzi o pettorali scolpiti, è previsto un rimborso?
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